SIAMO SULLA BUONA STRADA

Provate ad immaginare un albero così davanti al vostro portone di casa (magari un pochino più piccolo), sarebbe bello no? Comunque la speranza è l'ultima a morire, intanto siamo sulla buona strada. Ricordate il post "Alberi malati" del mese di Aprile 2007? Bene! Un primo risultato lo abbiamo già ottenuto grazie anche alla cordiale disponibilità dell'Assessore all'Ambiente On.le Dario Esposito e quella di tutto il Servizio Giardini di Roma, che proprio pochi giorni fa ci ha comunicato (clicca sul documento a sinistra) che entro la primavera 2008, in Via Valerio Publicola (strada tra le più falcidiate) verranno sostituiti tutti gli aceri decapitati dal Servizio Giardini con la DD2 del 26 marzo 2007 perchè malati.

In seguito faremo del nostro meglio, in collaborazione con il Servizio Giardini distaccato in X Municipio, affinché si riesca ad ottenere un rimpiazzo delle essenze arboree in tutto il quartiere, senza dover attendere tempi biblici. Seguiteci per ulteriori sviluppi.

ALLA FACCIA DELL'EXPRESS!

Domenica 27 Maggio 2007 Marco e la sua consorte, tornano da un viaggio e atterrano all'aeroporto di Roma Leonardo Da Vinci.

Non avendo nessuno a prelevarli, decidono di affidarsi alle Ferrovie dello Stato per fare ritorno a casa.


Prendono informazioni alla biglietteria, che gli prospetta due possibilità:


-treno Leonardo express in prima classe fino a termini stazione (poi metro A fino a casa), diretto senza fermate, durata percorso trentuno minuti, costo euro 11,00 a persona .


-treno FM1 in seconda classe con soste (stazione Tuscolana per loro, poi metro A da Ponte Lungo) durata percorso trentotto minuti costo euro 5,50 a persona.


Decidono per quello express pur costando il doppio, perchè non fa fermate ed è più rapido, oltretutto essendo circa le ore 15.15, per l'FM1 avrebbero dovuto attendere una trentina di minuti in più rispetto all'altro. Il treno parte alle ore 15.35 ora di arrivo stimata 16.06.


Già dopo pochi chilometri, notano un forte rallentamento, poi a questo si aggiungono anche diverse soste (senza apertura porte), insomma per tutto il tragitto il tanto pubblicizzato Leonardo express mantiene proprio tutti i connotati di un normalissimo treno.


In conclusione, Marco e sua moglie per arrivare alla stazione Termini hanno impiegato quarantesei minuti anziché trentuno. Quindici minuti di ritardo potrebbero non sembrarci molti (soprattutto a noi Italiani), ma se pensiamo che l'intero tragitto sarebbe dovuto durare trentuno minuti, vuol dire che il treno di tempo ne ha impiegato ben il 50% in più, come se un treno che dovesse arrivare a Firenze in tre ore, ne impiegasse quattro e mezzo.
Prima di far scendere i passeggeri, una voce si scusava del ritardo tramite filodiffusione.


Successivamente Marco s'informa per un rimborso del biglietto, ma gli dicono sia previsto solo per treni a lunga percorrenza.


Care Ferrovie dello Stato: quando si denomina un treno express, che in inglese vuol dire "corriere speciale" e in italiano "treno rapido", lo si pubblicizza come veloce, diretto e senza fermate, e lo si fa pagare il doppio, le fermate non andrebbero fatte e il treno dovrebbe essere veloce. Qualora accadano poi imprevisti così clamorosi, non vi sembra misero proporre solo delle scuse oltretutto per filodiffusione? Perchè al di là dei rimborsi, che è scandaloso non abbiate previsto, non pensate alle magre figure che quotidianamente collezionate sui vostri treni, che non riescono quasi mai a rispettare l'orario previsto?
Perchè per trovare puntualità sui mezzi di trasporto si deve necessariamente sortire dai confini Italiani? Questa è una riflessione che lasciamo ai nostri governanti e dirigenti delle FS.


Grazie Marco, un saluto a te e la tua consorte da tutto il comitato Appio Claudio.




CHI HA UCCISO PIETRA CALANNA?

Il giorno 16 Maggio 2007 a Giuliano comune alle porte di Napoli, la Signora Pietra Calanna di 52 anni, è stata brutalmente uccisa da un rom bosniaco mentre si opponeva al furto d'auto della figlia.
Il malvivente l'ha prima investita in retromarcia e poi trascinata per oltre venti metri.
Il rom vive clandestinamente in Italia da ben 13 anni, ha 33 anni e sette figli all'attivo, è stato arrestato sei volte per furto, ricettazione, tentato furto e mancato rispetto per il decreto di espulsione.
Tra i vari commenti asfissiatamente retorici, rilasciati dai nostri rappresentanti politici, citeremo quello del vice ministro dell'Interno Marco Minniti, pubblicato su Epolis Roma del 19 Maggio 2007.
"Sono vicende che colpiscono, profondamente dolorose, sarebbe giusto prevenire questo tipo di reati. Nulla potrà restituire alla famiglia la signora, e tuttavia penso sia un segno che la risposta dello stato sia avvenuta in tempi rapidissimi. E' un segnale molto importante".

Caro Onorevole vice ministro Minniti, che siano vicende che colpiscono, non c'è ombra di dubbio, purtroppo sempre noi comuni cittadini. Dice che Sarebbe giusto prevenire questo tipo di reati, per prevenire questo, di reato, sarebbe semplicemente bastato accompagnare (dalle forze dell'ordine) il tizio in frontiera alla prima violazione, come farebbe ogni paese serio con una giustizia meritoria.
Poi afferma essere un segno che la risposta dello stato sia avvenuta in tempi rapidissimi.
Mi scusi, ma secondo lei arrestare una persona dopo 13 anni di clandestinità, durante i quali gli si è concesso tutto e di più, è da considerarsi una risposta rapida? il segnale importante di cui lei parla, non è quello di prendere l'omicida a cose fatte, ma di prevenire la delinquenza con leggi serie e dure, facendole rispettare a tutti, indistintamente e senza sconti (attenuanti) per nessuno, politici compresi.
Questo darebbe alle forze dell'ordine lo stimolo giusto per debellare anche i reati meno gravi, e non solo gli omicidi violenti sbattuti in prima pagina, facendo così opera di prevenzione che toglierebbe a tutti ogni velleità criminale.
Onorevole Minniti, quello di cui questo paese ha urgentemente bisogno è serietà e rigore, non di commenti day after pateticamente retorici, che riescono ad apportare solamente altro risentimento (vedi il notiziario dei comuni flegrei) verso questi disgraziati ai quali voi politici avete promesso un america che non c'è.

UNA BELLA FIGURA....!

Nella trasmissione televisiva ballarò del 15 Maggio 2007, abbiamo assistito ad una colossale gaff del presidente nazionale dei giovani imprenditori di Confcommercio "Michela Vittoria Brambilla".
Ella imputava con insistenza al Governatore della Sardegna Renato Soru, un calo di occupazione e sviluppo nella Regione da lui amministrata.
Il Governatore Soru, meravigliato e infastidito da quella affermazione, replicava che fosse esattamente il contrario, citando dati Istat.
Ma la Brambilla, sembrava avercela proprio con lui, e voleva far passare a tutti i costi il messaggio che la gestione in Sardegna fosse fallimentare.
Ad un certo momento, accade qualcosa a cui non siamo abituati, ma che dovrebbe essere consuetudine, e cioè il riscontro delle affermazioni in diretta televisiva.
Il conduttore Giovanni Floris, mette davanti al naso dell'appariscente Brambilla i dati Istat, che rispecchiavano esattamente le affermazioni del Governatore Soru e non le sue.
In quell'istante, la Brambilla accortasi di aver inciampato irrimediabilmente, anziché fare ammenda, si scaglia di nuovo sul paziente Governatore, farfugliando qualcosa inerente a dei cani randagi che popolerebbero la Sardegna. Poi l'intervento tempestivo del conduttore per evitarle la gogna.
Cara Signora Brambilla, ha capito ora perché i giovani che anche lei rappresenta non hanno più fiducia nella politica?

NEVROSI DA SEMAFORO

Alcuni cittadini locali, lamentavano un rallentamento eccessivo su Via Quintilio Varo, per colpa di un semaforo.
Noi del Comitato Appio Claudio abbiamo provveduto a segnalarlo a chi di dovere.
Per saperne di più (cliccate sui documenti).














VOGLIA DI SICUREZZA


A PASSEGGIO CON ANDREA CARRARO

Andrea Carraro, per chi non lo conoscesse, è l'autore de " il branco" edito presso Theoria, dal quale trassero il film nel 1994.
Sua e di Marco Risi la sceneggiatura. L’episodio al centro della storia si ispira ad un dramma accaduto circa dieci anni prima in una cittadina del Lazio di nome Marcellina.
Lo scrittore insieme a Salvatore Settimi (presidente del nostro comitato) visita il quartiere Appio Claudio, pubblicandone poi le impressioni sul giornale La Repubblica.