ACQUEDOTTI E ABBANDONATI.


Il Parco degli Acquedotti, uno dei beni archeologico-ambientali tra i più suggestivi della nostra città, rischia di precipitare in uno stato di degrado irreversibile. Malgrado impegni, rassicurazioni e perfino promesse personali, il bilancio comunale non ha previsto neanche un euro per la sua manutenzione e, men che meno, per la sua valorizzazione.
“Faccio il Presidente del X Municipio da ormai sette anni – osserva il presidente del X Municipio, Sandro Medici – e posso testimoniare che non c’è mai stata una briciola di attenzione verso questo straordinario patrimonio”. Nel settembre scorso, durante un incontro-sopralluogo, alla presenza dei massimi responsabili comunali, dei vertici del Parco dell’Appia Antica e della Sovrintendenza archeologica, era stato assicurato al X Municipio un intervento immediato e un successivo investimento per il 2008. Nulla di ciò è accaduto. La stessa area per decenni occupata dagli orti abusivi, che nell’estate scorsa il Municipio si è incaricato di far sgomberare, è rimasta così come era: arida, abbandonata e desolata. “Mentre si continua nell’opera di risanamento e valorizzazione dei parchi della città storica - commenta Sandro Medici - il verde delle periferie, anche quello pregiatissimo che circonda gli antichi acquedotti romani, continua ad essere ignorato dalle politiche comunali. Invece di rilanciare un’offensiva di riqualificazione dei quartieri periferici, bisognosi come non mai di cure, servizi e progetti di sviluppo, è con un certo avvilimento – conclude Medici - che registro, al contrario, una generalizzata e ormai insopportabile politica dell’abbandono”. Abitare a Roma.net

CHE COPPIA!



Napoli, 16 gennaio 2008 - 0RE 18.40 GLI ARRESTATI UDEUR SONO 23
Terremoto giudiziario nell'Udeur. Sono 23 gli arresti eccellenti (4 in carcere, 19 ai domiciliari) ordinati dalla procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) tra gli esponenti campani del partito del ministro della giustizia Clemente Mastella, a cominciare da quello della moglie, Sandra Lonardo Mastella, presidente del consiglio regionale della Campania, che si trova da oggi pomeriggio ai domiciliari nella sua casa di Ceppaloni (Benevento). È accusata di tentata concussione nei confronti del direttore generale dell'ospedale di Caserta. I carabinieri hanno eseguito ordinanze di custodia in carcere nei confronti di Carlo Camilleri, consuocero dei Mastella, che si trova però in ospedale a Benevento da ieri sera; Vincenzo Lucariello, difensore civico della Regione Campania, il cui telefono cellulare «bollente» ha messo in luce l'intreccio di affari della presunta lobby; Antonello Scocca e Domenico Pianese. Provvedimento restrittivo ma con il beneficio dei domiciliari per 19 indagati: Sandra Lonardo Mastella; il sindaco di Benevento, Fausto Pepe; Carlo Banco; Erminia Florenzano; l'assessore regionale al personale Andrea Abbamonte e quello all'ambiente Luigi Nocera; Francesco Cardone, i consiglieri regionali Ferdinando Errico e Nicola Ferraro; Nino Lombardi, presidente della comunità montana del Titerno; Angelo Padovano; Francesco Zaccaro, Antonio Barbieri; Letizio Napoletano; Paolo Budetta; Cristiana Fevola e Ugo Ferrara. Interdetto dall'ufficio di giudice del Tar Campania, Ugo De Maio; da quello di vigile urbano, Luigi Treviso; da prefetto di Benevento, Giuseppe Urbano.
L'indagine è basata su intercettazioni telefoniche disposte nell'ambito di una inchiesta che portò all'arresto nel giugno dello scorso anno dell'ex direttore generale della Provincia di Caserta, Antony Acconcia e di due consiglieri provinciali con le accuse di associazione per delinquere, corruzione, concussione, turbativa d'asta e falso in atti pubblici. «Le indagini, condotte dalla procura da circa un anno, hanno preso spunto da conversazioni telefoniche relative alla gestione degli appalti e servizi pubblici nella Provincia di Caserta e hanno consentito di far luce su un tessuto di illecito radicato nell'area politica, amministrativa e giudiziaria della Campania». Così scrive la procura di Santa Maria Capua Vetere in una nota che precisa alcuni contorni dell'inchiesta.
Poco prima che le venisse notificato l'arresto Sandra Mastella aveva escluso le sue dimissioni. Il suo portavoce ha aggiunto: «È tranquilla e serena con la sua coscienza. Ha piena fiducia nella magistratura per una vicenda che non ha al centro una dazione di denaro, ma solo una diversità di giudizi intorno a nomine». Ha poi ribadito il concetto parlando di «banali contrasti» che emergerebbero dalla lettura degli atti. Quotidiano.net

IL TAR: «ILLEGITTIME LE REQUISIZIONI DEGLI ALLOGGI»


Illegittimi i provvedimenti con cui i municipi IX, X e XI hanno requisito numerosi appartamenti in via Appia Nuova, in via Caio Rutilio e in via Acerbi. A stabilirlo è stato il Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso presentato dai diversi proprietari sospendendo le ordinanze con cui erano stati requisiti gli alloggi.Le ordinanze di requisizione erano state emesse il 14 ottobre scorso, alla vigilia dei termini di scadenza del decreto di blocco degli sfratti, per consentire ai vari affittuari, tutte famiglie a basso reddito e sottoposte a procedura di sfratto esecutivo, di restare nei loro appartamenti continuando a pagare regolarmente il canone. Il Tar ha tuttavia giudicato illegittimi i provvedimenti a tutela degli inquilini, ritenendo titolare ad emettere questo tipo di ordinanze, come sancito dalla recente sentenza della Corte di Cassazione, il solo prefetto e in subordine il sindaco, non dunque i presidenti di municipio. Per la stessa vicenda si era mossa anche la Procura, che ora ha messo sotto inchiesta i presidenti dei tre municipi. Abuso d’ufficio ed usurpazione di funzioni sono i reati che i pm Salvatore Vitello e Maria Cristina Palaia ipotizzano nei confronti di Susanna Fantino (IX), Sandro Medici (X) ed Andrea Catarci (XI). I tre avevano motivato la loro iniziativa sostenendo che le requisizioni riguardavano famiglie «che sarebbero state inevitabilmente cacciate dalle loro abitazioni nelle successive settimane e che avrebbero ulteriormente appesantito la già gravissima emergenza abitativa in città». Nelle prossime settimane il Tribunale regionale esaminerà i ricorsi presentati dai proprietari di altri immobili requisiti, ed è assai probabile che verranno anch’essi accolti, con la relativa sospensione dei provvedimenti anti-sfratti.«La sentenza del Tar fa finalmente rispettare il diritto alla proprietà privata costituzionalmente riconosciuto. Medici non lo sapeva?». Così commenta il capogruppo Udc in Comune Dino Gasperini. «Singolare la lamentatio del presidente del X municipio - continua Gasperini - Come poteva infatti un presidente di un municipio non sapere che non aveva il titolo per requisire alloggi privati? Perché prima di emanarlo, non si è preoccupato che un simile provvedimento oltre a violare il diritto alla proprietà privata avrebbe avuto un effetto boomerang proprio sulle famiglie che intendeva aiutare? Avevamo detto in quei giorni che l’ordinanza di requisizione era un atto inaccettabile e viziato di legittimità e guarda caso avevamo ragione. Avevamo detto che non bisognava illudere della gente in difficoltà con provvedimenti inutili e viziati di legittimità, ma nessuno dei presidenti dei municipi che hanno attuato queste assurde ordinanze ci hanno ascoltato. Ora il dramma delle famiglie è ancora più grave ed è inaccettabile che qualcuno faccia il meravigliato dopo aver emanato provvedimenti sbagliati. Quanto alle “scellerate scelte politiche”, come Medici le definisce, è singolare che oltre alla fotografia della situazione, il presidente del X municipio non dica che la maggior parte di quelle scelte sono state assunte dalla maggioranza di sinistra di cui da sempre fa parte. Siamo prontissimi - continua Gasperini - ad impegnarci per aiutare quelle famiglie ma seguendo la legge e i regolamenti comunali. Chiediamo con forza la costruzione di nuove case popolari a Roma e l’inserimento nel piano regolatore delle aree che la maggioranza di cui Medici fa parte si è dimenticata di mettere in questi anni. Speriamo che Medici sia con noi. Ma ora - conclude Gasperini - spero che sia chiaro che il problema casa si risolve costruendo alloggi e non attaccando il privato e che questo dramma dimostra il nulla messo in campo sull’emergenza abitativa dal sindaco e dalla sua giunta».
IL GIORNALE.IT (Sabato 12 Gennaio 2008) http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=233523

ROBA DA PAZZI!


L'immondizia campana sparsa in mezza Italia. Dopo l'incontro di mercoledì tra governo e Regioni le perplessità sembrano superate e la disponibilità politica già espressa nella riunione con Prodi, si è tramutata per la maggioranza delle regioni in aiuto concreto.

L'Abruzzo si è detto disponibile ad accoglierne fino a 15mila tonnellate, mentre Emilia Romagna e Piemonte ne riceveranno 5mila a testa, anche se la provincia di Torino si è detta invece contraria. In Toscana ne arriveranno 4mila tonnellate, come anche nelle Marche. Nel Molise tremila, e mille in Calabria. E rispetto alle dichiarazioni dei giorni scorsi da parte di alcune delle amministrazioni regionali, è da registrare la disponibilità della Liguria, ne accoglierà un migliaio di tonnellate, mentre mercoledì si era detta contraria. Anche il Lazio darà un contributo, ma «la selezione avverrà a monte, nel territorio campano», ha precisato il presidente della Regione, Piero Marrazzo. Solo Lombardia e Veneto devono sciogliere la riserva ma si confida, rilevano le fonti del palazzo, che si raggiunga la «totale adesione». Ma la Lombardia è proprio la regione che potrebbe contribuire in misura maggiore a risolvere il priblema, vista le possibilità di smaltimento che ha la regione. E in Sardegna, dove ieri è giunta la prima nave carica di rifiuti, c'è stato un braccio di ferro al porto di Cagliari fra i manifestanti che cercavano d'impedire lo sbarco e le forze dell'ordine. Alcuni militanti indipendentisti dell'Irs e di Sardigna Nazione, che dal pomeriggio presidiavano il porto Canale in attesa dello sbarco di 500 tonnellate di rifiuti, sono stati bloccati da carabinieri e polizia mentre cercavano di avvicinarsi alla nave con l'intento di impedire le ultime operazioni di ormeggio. L'imbarcazione è riuscita ad attraccare dopo circa tre ore di attesa in rada. Molti manifestanti si erano, infatti, sdraiati per terra per impedire «pacificamente» la discesa dei camion carichi di rifiuti. I 24 tir sono stati tuttavia fermi davanti ai cancelli del porto in attesa di partire alla volta dell'inceneritore situato nella zona industriale di Cagliari. I manifestanti sono stati letteralmente trascinati via dalla Polizia che dopo numerosi tafferugli, cariche e ricorrendo all'uso dei manganelli, li ha spostati per far passare i tir. I manifestanti si sono assiepati dietro i cancelli che cingono il molo. I 24 camion carichi di rifiuti campani sono poi riusciti a varcare il cancello d'ingresso del porto Canale di Cagliari, diretti all'area del termovalorizzatore di Macchiareddu, alla periferia del capoluogo sardo. Tra le urla della folla, gli automezzi hanno lasciato il molo Grendi, mentre alcuni manifestanti si sono accaniti contro l'esterno dei camion. Sul posto anche il sindaco di Cagliari, Emilio Floris, e alcuni parlamentari di Forza Italia che hanno per ore tentato di portare avanti una difficile mediazione. Sul posto anche diversi consiglieri regionali dell'opposizione, una delegazione di Azione Giovani e il parlamentare di Forza Italia, Mauro Pili, rimasto leggeremente contuso durante i tafferugli. Intanto, continua la polemica politica tra il centrodestra, che chiede di non accogliere l'immondizia campana e il governatore Soru, che si appella alla Costituzione e alla solidarietà. Il Tempo.it