AFFARI SPORCHI IN X MUNICIPIO


Sequestrata l'agenda del geometra accusato di concussione insieme ad un tecnico e ad un vigile urbano.


ROMA (16 ottobre) - Un contabile in piena regola, il geometra Domenico Giustini, responsabile dell’Ufficio tecnico del X Municipio. Con la precisione di un ragioniere teneva appunti su ogni cosa e li trascriveva su fogli bianchi con scrittura fitta fitta. Una sorta di “diario delle mazzette” che sono costate al geometra l’accusa di concussione. Con lui sono indagati anche un vigile urbano dello stesso gruppo (trasferito di recente) e un altro funzionario. La procura, che indaga sulla loro attività “parallela”, ritiene che fossero al centro di un giro di mazzette ricevute in cambio di “sanatorie” altrimenti impossibili, e con questa convinzione sta effettuando accertamenti anche sulla condotta “sospetta” di altri tre vigili.A Giustini e ai suoi presunti complici la squadra mobile , arriva dopo una denuncia per abuso edilizio da parte di Claudio Callegari, attore e proprietario delle palestre Sporting village. L’imprenditore denuncia di essere stato taglieggiato per anni fino alla decisione di rivolgersi alla polizia. Scatta l’inchiesta e viene affidata al pubblico ministero Assunta Cocomello, alla quale si è aggiunta anche la collega Maria Letizia Golfieri, e questo fa intuire che il lavoro della procura è destinato ad aumentare.Dalle perquisizioni e i sequestri di carte e documenti si intuisce che la presunta attività illegale del geometra andava avanti già da parecchi anni. Giustini non soltanto appuntava sui fogli nomi e cifre dovute da chi veniva taglieggiato, ma arrivava a concedere delle dilazioni nei pagamenti delle bustarelle a chi non disponeva della somma immediatamente. Una sorta di “mazzetta a rate” che comunque gli faceva raggiungere l’obiettivo finale, ovvero prendere soldi e investirli presumibilmente su beni che venivano poi intestati alla famiglia.Da un primo conto fatto dagli inquirenti, da giugno a ottobre del 2009, il numero di persone “contattate” dal geometra sarebbe circa settanta. I loro nomi sono scritti con una grafia piccolissima, uno di seguito all’altro. I magistrati e la mobile stanno lavorando per tentare di individuarli, incrociando anche la documentazione sequestrata nell’ufficio tecnico. Un lavoro enorme sul quale hanno già diverse indicazioni. Sembra infatti che Giustini, ascoltato di recente, abbia ammesso almeno una parte della sua attività “parallela”, così come sarebbe avvenuto con qualcuna delle vittime. Del resto come negarla? Il suo stipendio è di circa mille e seicento euro al mese e risulta nullatente. Sebbene abbia provato a difendersi (assistito dall’avvocato Carmine Carucci), dicendo che molti dei profitti arrivavano da regalìe natalizie, ha ancora tanto da giustificare. Al punto che ieri gli inquirenti hanno sequestrato i suoi conti correnti per cercare di risalire al giro di soldi.Secondo la ricostruzione degli investigatori, infatti, il geometra avrebbe adeguato le sue richieste di denaro a seconda del “favore” da fare. Si partiva da un minimo di 500 euro fino a svariate migliaia. A tirare dentro i vigili sarebbe stato lui stesso: dovendo delegare a loro i controlli sugli abusi, li avrebbe coinvolti nel passaggio di mazzette per evitare ostacoli.


Fonte (Il Messaggero.it) di Cristiana Mangani e Paola Vuolo

CONCUSSIONE IN X MUNICIPIO

MOZIONE P.d.L. che verrà discussa nella seduta consiliare (X Municipio) del giorno 22 Ottobre 2009:


Premesso che in questi giorni la cronaca cittadina è prepotentemente interessata da notizie inerenti presunti abusi edilizi e reati di concussione con relative richieste giudiziarie che vedrebbero coinvolti ed indagati impiegati e vigili del X Municipio.

Preso atto che le presunte rilevate irregolarità riguardano in particolare un centro sportivo denominato ‘Sporting Village’, sito in Via Polia nel quartiere Statuario, un circolo che, come dichiarato dal Presidente del X Municipio Sandro Medici agli organi di informazione, “era stato posto sotto sequestro già un anno fa”.

Considerato che la questione sta assumendo connotati inquietanti, con tanto di “taglieggiamenti” e “richieste di denaro” resi noti e denunciati dal proprietario dell’immobile di cui sopra, e che lo scenario che si sta delineando rischia di mettere in serio disagio lavoratori, impiegati, tecnici e funzionari, vigili municipali attraverso una colpevolizzazione generalizzata che nuocerebbe di certo al buon nome e all’immagine della Pubblica Amministrazione ed in particolare del X Municipio.

Sottolineato che occorre garantire la certezza dell’iter amministrativo in stretto rapporto con gli uffici centrali e con questi ultimi che debbono necessariamente richiedere al Municipio l’adempimento di tutte quelle funzioni di governo e controllo senza le quali non può esserci buona amministrazione.

Constatato che l’ U.O.T. ed il Corpo della Polizia Municipale necessitano, in modo chiaro, di una più seria ed organica attenzione da parte dell’amministrazione centrale e con l’ausilio di tutti quegli strumenti e le risorse ritenute utili al governo del territorio.

Tenuto conto che da tempo si evidenzia la necessità di rotazione del Personale Dirigente all’interno degli uffici tecnici ed amministrativi, perché sarebbe opportuno che soprattutto i Funzionari non svolgessero, come accade, per lunghi periodi il proprio ruolo nella medesima sede municipale.

Che si stigmatizzano inoltre con fermezza e vigore le inopportune, gravissime dichiarazioni rese dal Presidente del X Municipio Sandro Medici secondo cui, con riferimento ad un preoccupante “stato d’animo di abbandono”, “amministratori e tecnici sono tutti pagati poco e questo non aiuta perché è inevitabile che chi ha salari più bassi sia più esposto a certi tipi di tentazioni”, quando per reati come quelli suindicati, se accertati, non può esserci alcun alibi né giustificazione.

Che si reclama, altresì, il rispetto etico e il senso di Stato cui ogni dipendente è trasparentemente e correttamente chiamato, a prescindere da ogni qualsivoglia percepita retribuzione.


Tutto ciò premesso e considerato


Si impegna il Presidente del X Municipio, oltre a riferire in pubblica seduta consiliare sull’intera vicenda, ad attivarsi presso l’Amministrazione centrale per predisporre un nuovo piano di organizzazione e riassetto del Personale Dirigente, al fine di garantire una più efficiente e limpida gestione municipale.

Gruppo Consiliare
Popolo della Libertà
X Municipio

Roma, lì 13/10/09

CONTAMINAZIONE DI FRUTTA E VERDURA E OCCUPAZIONI ABUSIVE DI MARCIAPIEDI

Questa lettera è stata inviata al Sindaco di Roma e per conoscenza a:
-Questore di Roma
-Comandante Polizia Municipale

-Carabinieri per la tutela della salute N.A.S.
-Azienda Sanitaria Locale di Roma B

-Presidente del X Municipio
Oggetto: Contaminazione di frutta e verdura, occupazioni abusive di marciapiedi e disturbo della quiete pubblica nel X Municipio di Roma.

Egregio Sindaco,
vorremmo sottoporre alla Sua attenzione, una serie di comportamenti di natura fraudolenta che avvengono da troppo tempo nel nostro Municipio, e che sembrano ormai del tutto fuori controllo.
Molte attività commerciali approfittano della concessione di occupazione di suolo pubblico per sottrarre sempre più spazio pedonale ai residenti. Per baristi, ristoratori, ambulanti, è ormai consuetudine occupare più spazio di quello concesso, tra tavoli, sedie, fioriere, e banchi, non si capisce bene dove i residenti debbano camminare, e i controlli per reprimere tale fenomeno sono scarsi, in molti casi inesistenti.
Riteniamo, che togliere spazio pedonale alla cittadinanza residente su strade a così alta densità veicolare, sia non solo disonesto e lesivo di un loro diritto, ma anche pericoloso.
Bisognerebbe cominciare a tracciare una linea di demarcazione tra spazio pubblico eventualmente predisposto a tali pratiche, e marciapiedi destinati al solo transito dei pedoni, come ci ricorda il Codice della Strada (disposizioni generali art.3 n.33).
Per quanto riguarda le ispezioni di carattere igienico amministrativo, gli Istituti preposti sembrano muoversi perlopiù dietro richiesta di alcuni cittadini residenti e quasi mai spontaneamente. Ci sono attività, che sempre dietro esposto di singoli cittadini, risultano essere state colte più volte da ordinanza di chiusura per illecita occupazione di suolo pubblico.
Purtroppo però, l’articolo 6 della legge 25 marzo 1997 n. 77, prevede al massimo tre giorni di fermo per l’esercizio sanzionato più di una volta nell’arco di un anno, anche per gli esercenti recidivi.
Proprio per questo vuoto normativo, a parer nostro, bisognerebbe cercare di sopperirvi con sistematici e più incisivi controlli da parte degli Istituti preposti.
Non ci sembra giusto che in una società civile e organizzata, si lasci al cittadino il compito di vigilare su esercenti disonesti, senza nemmeno garantirgli la riservatezza dei dati sensibili, esponendolo così a possibili ritorsioni da parte di chi ha subito denuncia.
Le attività di frutta e verdura, ai margini di strade ad alto scorrimento veicolare, espongono le loro merci al di fuori dei locali senza preoccuparsi di una loro possibile contaminazione, e occupando con pile di cassette di legno consistenti porzioni di marciapiede, ma neanche questa operazione sembra essere contrastata efficacemente.
Eppure nel nostro comune, queste pratiche sono vietate sia dal Regolamento dell’Ufficio di Igiene che da quello di Polizia Urbana.
Alcuni negozianti, ormai privi di qualsiasi scrupolo, e incoraggiati dalla mancanza di controlli, scelgono di fare approvvigionamento di merci alle prime luci dell’alba, infischiandosi così del nostro codice di procedura penale, e soprattutto della cittadinanza residente. Schiamazzi e disturbo della quiete pubblica in questa città, sembrano ormai parole senza senso, per una sana convivenza però, non possiamo continuare ancora a derubricare questo reato.

Non è la prima volta che il nostro comitato di quartiere si rivolge a Lei con fiducia per cercare di risolvere problemi oggettivi che affliggono i cittadini di questo Municipio e non solo. Proprio per questa fiducia che riponiamo nella Sua persona, e l’amore che nutriamo per il nostro territorio, Le auguriamo con tutto il cuore una politica gestionale discontinua rispetto a quella dei Suoi predecessori, che non hanno saputo comprendere quanto importante fosse il diritto, e le periferie di questa città. Certi in un Suo sollecito interessamento, Le porgiamo i nostri più Cordiali Saluti.

Con questa simpatica foto, vogliamo augurare a tutti i nostri lettori una Buona Pasqua
ricordandovi che con un solo sms al 48580 potrete dare il vostro contributo
ai terremotati dell'Abruzzo.

QUALCUNO COMINCIA A CAPIRE!


Nella politica sull’immigrazione del governo italiano forse inizia finalmente a delinearsi una politica del bastone e della carota. “L'Italia vuole chiarire una volta per tutte che noi accogliamo e continueremo ad accogliere i romeni che lavorano rispettando la legge, ma al tempo stesso che saremo fermissimi nei confronti di coloro che non rispettano la legge”. Lo ha detto ieri il ministro degli Esteri Franco Frattini, al suo ingresso al Consiglio degli Esteri a Bruxelles, sottolineando che in tema di espulsioni paesi come la Francia sono stati molto più severi di noi, senza aver mai fatto così tanto rumore come ha fatto il governo italiano. “Solamente nel 2008 Parigi ha espulso oltre 7000 cittadini romeni, l'Italia ne ha espulsi circa 40”, quindi “le rassicurazioni le debbono dare i romeni a noi, che non ci siano più criminali romeni nelle nostre strade”, ha proseguito. Una politica della mano dura che, sottolinea il ministro Frattini, deve anche tenere in conto l’interesse italiano nei confronti di un partner “assolutamente strategico”.
A mettere freno all’associazione tra criminalità e immigrazione è stato il presidente della Camera Gianfranco Fini che, nella presentazione del rapporto Cnel sull'integrazione degli immigrati, ha chiesto di “respingere l'odiosa associazione mentale tra criminalità e immigrazione”. Allo stesso tempo, però, ha avvertito che è anche necessario “affermare che la garanzia della sicurezza e della legalità, soprattutto nei quartieri e nei territori più esposti a rischio della violenza, è condizione necessaria affinché i processi di integrazione possano svolgersi liberamente”. Per Fini occorre in primo luogo “ristabilire nei cittadini la percezione, scossa dai troppi casi in cui al delitto non è seguito il castigo, che l'Italia sa garantire il rispetto rigoroso delle regole della convivenza civile”. Ugualmente importante però è trattare l’immigrato come un connazionale, specialmente per i processi di formazione e inserimento al lavoro, perché “l'unica alternativa diventa la sconfitta, l'incapacità della società italiana a guidare un processo”.
Ma certi dati ormai iniziano a svelare che i cosiddetti "luoghi comuni" sul rapporto tra criminalità e immigrazione non sono poi così lontani dalla realtà. A dimostrarlo c’è Franco Pittau, coordinatore scientifico del Dossier sull'immigrazione di Caritas Migrantes, unico in Italia ad aver elaborato i dati demografici e le statistiche criminali sui romeni presenti in Italia. Dal suo lavoro emerge che il problema non è il tasso di criminalità, cioè il rapporto tra i denunciati romeni e il numero complessivo di romeni che vivono da noi. Dopo l'entrata della Romania nell’Unione europea il primo gennaio 2007, infatti, sul territorio italiano vivono e lavorano più di un milione di romeni. In proporzione, quindi, alla fine del 2006 i detenuti di questa nazionalità erano solamente 1.650, mentre oggi sono 2.729, con un aumento quasi insignificante dello 0,27 per cento.
Il tasso sulla criminalità dei romeni assume un significato molto diverso se si prendono in considerazione i singoli reati: come rileva il ministero dell'Interno, nell'arco dei tre anni tra il 2004 e il 2006, i romeni sono risultati al primo posto tra gli stranieri per gli omicidi volontari, primi per le violenze sessuali, primi per i furti in abitazione, con strappo e con destrezza, primi tra gli estorsori e nelle rapine in esercizi commerciali. Il ministro della Giustizia romeno, Catalin Preodiu, aggiunge un dato allarmante: il 40 per cento dei ricercati con mandato internazionale da Bucarest si trova in Italia. Per di più tra il 2000 e il 2005 le denunce contro i cittadini romeni sono quasi triplicate comportando dei costi finanziari elevatissimi: una ricerca di Andrea De Nicola, docente di Criminologia all'Università di Trento, ha stimato che - se si calcolano i costi conseguenti al reato (pecuniari, biologici e morali), al mancato reddito prodotto in seguito alla violenza subita, ai costi delle attività inquirenti e giudicanti (spese processuali e di detenzione) - le violenze sessuali commesse da stranieri, dove primeggiano i romeni, comportano allo Stato una spesa di 2,7 miliardi di euro l'anno.
Per tutte queste ragioni sono iniziate a emergere alcune voci che, dalla comunità romena ormai integrata in Italia, chiedono per primi al governo di adottare una politica più rigorosa anche nel loro interesse. Dmitru Jlnca è romeno, vive a Padova ed è un esponente del Pdl, candidato anche per le elezioni europee nel Partito Popolare. Assicura che per la maggioranza dei romeni, “l’Italia è una seconda patria” e spiega la ragione di questo incremento della criminalità romeno è dovuto alla leggerezza del sistema giurisdizionale: “Purtroppo il passaparola c'è anche tra i criminali: hanno visto che in Italia se commetti un reato esci dal carcere dopo tre giorni e quindi hanno pensato che è conveniente venire qui... Il problema dell'Italia è la certezza della pena. Chi sbaglia deve pagare, punto e basta, e i processi devono essere più veloci”. E aggiunge che “i detenuti, compresi quelli romeni, dovrebbero lavorare in carcere per mantenersi e pagarsi le spese: non è giusto che anche con le mie tasse si mantengano dei criminali”. Gli fa eco un altro famoso romeno, il centrocampista del Siena Paul Codrea, che chiede di non fare di tutta l’erba un fascio: “I criminali, quando vengono catturati, devono rimanere in carcere per evitare che commettano nuovi reati”.
Eppure qualcosa si poteva fare per evitare di arrivare a questa “emergenza sicurezza”. Un suggerimento viene da Alessandro Silj del Consiglio italiano per le Scienze sociali Etnobatometro che ricorda come sia possibile avviare iniziative per controllare l’emigrazione. “Alcune associazioni di immigrati romeni vogliono fare un appello al governo di Bucarest affinché prenda iniziative in merito, inclusa addirittura la non concessione del passaporto ai concittadini che in patria sono stati già implicati in atti di violenza”, spiega Silj che la ritiene una misura attuabile perché “la Romania entrerà nell'area Schengen solo nel 2011 e i controlli di frontiera dovrebbero essere tuttora in vigore, non dovrebbe essere impossibile per le autorità filtrare i cittadini che emigrano”. L’iniziativa trova il sostegno anche del ministro Frattini che oggi ha lanciato la proposta di far segnalare alle forze di sicurezza italiane i cittadini romeni che hanno precedenti penali e che intendono entrare in Italia, senza bloccarli alla frontiera italiana, “in uno spirito di piena collaborazione”. Questo meccanismo, previsto da Schengen, dovrebbe entrare in vigore per la Romania nel 2011: “In fondo noi chiediamo soltanto di anticipare questa direttiva Ue di due anni”, ha chiarito il titolare della Farnesina.
Sempre nell’ambito della collaborazione di polizia c’è anche la richiesta italiana di aumentare il numero di poliziotti romeni presenti in Italia: “Abbiamo delle richieste - ha spiegato Frattini - e alcune hanno già trovato risposta, come quella per l'invio di un maggiore contingente di operatori di polizia specializzati nel contrasto della criminalità urbana, per lo più intesa come scippi, stupri o rapine”. Altre proposte le lancia lo stesso ministro della Giustizia romeno che, durante una conferenza stampa a Bucarest, ha tenuto a sottolineare che “in nessun caso una condanna italiana non viene riconosciuta in Romania”. Il problema sarebbe imputabile alle “procedure di estradizione, che stanno incontrando difficoltà”. Un chiaro messaggio, quindi, alla magistratura italiana per accelerare le procedure di estradizione.
Forse le cose in Italia stanno iniziando davvero a cambiare, anche se in ritardo. Un dietrofront è venuto persino dalle fila della sinistra, da sempre impegnata nelle politiche di apertura senza controllo dell’immigrazione. Il primo “outing” lo ha fatto proprio un intellettuale di sinistra, Marzio Barbagli in un’intervista rilasciata a Francesco Alberti per il Corriere dove ha spiegato la sua “lotta interiore” tra “gli schematismi culturali della sua vecchia formazione di sinistra” e i dati della realtà che lo hanno costretto, sul tema della criminalità connessa all’immigrazione, a rivedere drasticamente le proprie “ipotesi di partenza”. “Non volevo vedere”, confessa con cristallina onestà intellettuale Barbagli, “c’era qualcosa in me che si rifiutava di esaminare in maniera oggettiva i dati sull’incidenza dell’immigrazione rispetto alla criminalità. Ero condizionato dalle mie posizioni di uomo di sinistra. E quando finalmente ho cominciato a prendere atto della realtà e a scrivere che l’ondata migratoria ha avuto una pesante ricaduta sull’aumento di certi reati, alcuni colleghi mi hanno persino tolto il saluto”.
Barbagli non è l’unico personaggio di Sinistra a cui è capitato il difficile compito di fare un mea culpa pubblico. Anche Livia Turco, ex ministro della Sanità durante il governo Prodi, si è confessata: “Prima di diventare ministro, sull' immigrazione appartenevo alla cultura del ‘ti accolgo punto e basta’. Sbagliavo, da anni non la penso più così. Pensavo contasse solo la solidarietà, poi ho capito che servono regole severe. Ma non ho mai derogato dai miei valori”. Se tornasse indietro la deputata del Pd non aprirebbe più le porte alle ondate migratorie e si domanderebbe innanzitutto se l’Italia è in grado di accogliere gli immigrati. “Questo non vuol dire non essere solidali – ha sottolineato -. Anzi, significa essere solidali fino in fondo perché per rispettare la dignità di una persona bisogna dirgli la verità. E la verità è che non possiamo accogliere tutti”. Resta un finale amaro: se la Turco fosse arrivata prima a conclusioni del genere (e avesse convinto i suoi compagni di partito), forse oggi né gli italiani né gli immigrati, quelli onesti, si sentirebbero insicuri in Italia.
L'OCCIDENTALE Orientamento Quotidiano di Fabrizia B. Maggi 24/02/2009

L'IMPORTANTE E' APPARIRE!


Medici: 'Una congiura per sfiduciarmi'
Repubblica — 25 gennaio 2009 pagina 9 sezione: ROMA

"E' scontro nel municipio X, guidato dal presidente di centrosinistra Sandro Medici. Il minisindaco "rosso" accusa: «è in corso un tentativo da parte del Popolo della Libertà di sfiduciarmi». E nel più breve tempo possibile, meglio se entro i primi di febbraio, così da andare di nuovo alle urne in concomitanza con le elezioni europee. Dice Medici: «Il consigliere provinciale del Pdl Enrico Folgori è pronto a far firmare una mozione di sfiducia a tutti i componenti dell' opposizione. Mancano due firme per riuscire a rendere valido l' atto». Conosce bene il territorio e l' ex circoscrizione X, il consigliere Folgori. è stato seduto sugli scranni dell' aula nel quartiere Tuscolano per diversi anni, poi il salto nel consiglio provinciale. «Ora tenta di far "cadere" un importante municipio - incalza Medici - Temo che non sia solo un' iniziativa personale ma probabilmente indotta da altri». E continua: «Quelle ultime due firme mancanti le sta cercando tra i membri della mia stessa maggioranza». Come? E qui Medici va all' attacco, pesantemente: «Gli offrono di tutto». è indignato il minisindaco. «Sono comportamenti avvilenti, meschini, quel tipo di atteggiamenti che acuiscono il cattivo rapporto tra politica e cittadini. Quando i consiglieri eletti dal popolo sono considerati solo delle merci e si possono spostare secondo le proprie convenienze, la gente si disamora». E nel municipio X già c' è stato un caso. è quello del consigliere dell' Italia dei Valori Pietro Tilia che, eletto con i voti del centrosinistra, poco dopo le elezioni si è affiancato al Popolo della Libertà. Gli scricchiolii nella maggioranza di centrosinistra ci sono stati. Il gruppo non sempre è stato solidissimo: dal passaggio del consigliere dell' Idv all' opposizione alle turbolenze tra le varie componenti del Pd. Titubanze sul voto alle iniziative per la Notte Bianca fino al tanto discusso testamento biologico. Medici ha informato i vertici del Pd, e ora si pensa a una conferenza stampa per denunciare i fatti. E sempre nell' ambito del Prc di Paolo Ferrero, dal palco di Chianciano - dove nella mattinata di ieri si è consumata la scissione di Rifondazione comunista - l' assessore regionale al Bilancio, Luigi Nieri, ha ufficializzato la sua uscita dal partito per contribuire alla nascita del Movimento per la sinistra. Movimento che riunisce sotto le stesse insegne Verdi, Sd e Vendoliani per ricondurre ad un unico soggetto politico unitario l' area della Sinistra radicale. «Abbiamo dato vita al movimento per la sinistra che porterà ad un progetto di partito», ha detto Luigi Nieri che, interpellato su eventuali conseguenze di questa scelta sui suoi incarichi istituzionali ha lasciato intendere che tutto rimarrà invariato. «I consiglieri sono eletti dai cittadini - ha spiegato l' assessore - e le deleghe degli assessori sono in mano al presidente»."




Questa la risposta del consigliere Pino Antipasqua Capogruppo del PDL in X Municipio, inviata ad un forum di dialogo tra i vari comitati di quartiere:

"Il Presidente Medici sul quotidiano "La Repubblica" di domenica 25 Gennaio 2009, ha accusato il Popolo della Libertà di intrallazzi e mezzi illeciti per farlo cadere da Presidente della Giunta Municipale.

Come gruppo consiliare PdL del X Municipio abbiamo immediatamente chiesto a Medici di venire in Consiglio e riferire le illazioni da lui mosse nei confronti del consigliere provinciale Enrico Folgori. Questi ha provveduto immediatamente a denunciare Medici e i suoi sostenitori alla Procura della Repubblica.

Il Gruppo consiliare PdL estraneo ed alieno, lontano da qualsiasi coinvolgimento su quanto dichiarato da Medici, ha chiesto con urgenza, per fugare qualsiasi dubbio e allontanare definitivamente ogni sospetto e ombra, di dire fino in fondo la verità (VERA) al consiglio e ai cittadini per tutelare la dignità di tutti i consiglieri e quella delle istituzioni municipali.

Giovedì sera, Medici, forte del consenso di alcune realtà sociali del territorio (occupazioni di case, action, associazionismo) ha "invitato" al consiglio per una solidarietà attiva, i suoi supporters.

Questi dopo la breve relazione di Medici, hanno impedito all’opposizione di controbattere e motivare la ferma condanna per qualsiasi mercanteggiamento, e per qualsiasi azione politica che non sia quella di un progetto o programma che rispetti il voto popolare.

Fra insulti, minacce, urla, unitamente all’incapacità e ignoranza del Presidente del Consiglio Municipale che non conosce o fa finta di non conoscere l'art. 63 del Reg. Municipale, è scaturita un’intollerabile e inqualificabile seduta, di cui molti di voi già sono a conoscenza.

Abbiamo discusso il 3 febbraio c.a. dello stesso problema dove in una situazione di corretta gestione del consiglio, si è potuto dimostrare al Presidente Medici le sue inconsistenti e strumentali farneticazioni, invitandolo ad andare fino in fondo alla questione nelle sedi opportune, senza usare il consiglio municipale e i singoli consiglieri per il solo scopo di apparire!"

Gianni Conti 05/02/2009

PRETI BASTA!



Decine di bambini e ragazzi sordomuti violentati e molestati in un istituto di Verona fino al 1984.

Dopo decenni di tormenti, gli ex allievi trovano la forza di denunciare gli orrori. Ma molti dei sacerdoti non vengono neppure rimossi.

Si parla molto di abusi sessuali in questi giorni, le cronache riportano quotidianamente atti di violenza inaudita nei confronti di donne di tutte le età. Giustamente queste notizie si insinuano nelle scalette programmatiche di notiziari televisivi, caricate in prima pagina sulla carta stampata, ci si organizzano interi dibattiti televisivi, addirittura per questo si organizzano ronde di sceriffi, e anche questo è comprensibile vista la mancanza assoluta di prevenzione delle forze dell'ordine sull'intero territorio nazionale, fatta eccezione per i soliti centri storici delle grandi città, ma li lo si sa che ci abitano i nostri efficientissimi politici. Facciamo bene ad indignarci tutti quando arrivano notizie di questo tipo a destabilizzare la nostra sicurezza, e soprattutto quella dei nostri figli.

Quello che io non comprendo però è la differenza che passa tra un violentatore in abiti civili e uno con il manto clericale, per me sono entrambe delle bestie!
L'espresso pochi giorni fa ha riportato una notizia sconvolgente (nemmeno più di tanto se consideriamo i precedenti) di Paolo Tessadri, che riguardava l'ennesimo caso di preti pedofili e chissà per quale motivo, tra gli organi di stampa e televisivi, la notizia non ha suscitato lo stesso interesse della brutale violenza nell'interland romano di Guidonia. Vi lascio alla lettura dell'articolo (sotto il link) e alle dovute riflessioni.

Gianni Conti 30.01.2009
Notizia divulgata dall'Espresso per mano di Paolo Tessadri in data 22/01/2009 (sotto il link)

DECORO URBANO, BELLE PAROLE!



Questa la mail inviata in mattinata all'ufficio decoro urbano:

Oggetto: X Municipio, collasso di una parte di marciapiede in via valerio publicola 69 e affissioni abusive.

Segnalo a codesto ufficio, che in via Valerio Publicola i marciapiedi sono in uno stato pietoso, e come se non bastasse da circa due mesi, una parte di esso è collassato sotto il peso del calpestio pedonale (davanti al civico 69).

L'unico intervento sin d'ora realizzato è la sua delimitazione, fatta tra l’altro in maniera sciagurata con una rete in plastica e quattro paletti di ferro (vedi foto allegate), messi li senza nessuna protezione per i passanti, in barba alle più elementari disposizioni in materia di sicurezza nei cantieri.
Vogliate intervenire prima che qualche bambino, anziano, o non vedente rischi di farsi male andando ad inciampare su questa rete di plastica, o peggio ancora di finire infilzato da uno di quei paletti in ferro non protetti.

Approfitto per segnalarvi che sempre nella stessa via è in corso una gara per l'addobbo più bello ai danni di pali semaforici, lampioni, barriere metalliche, pareti di edifici residenziali (vedi foto allegate) ecc. peccato che le feste natalizie siano finite da un pezzo. Rifacendomi alla carta del decoro urbano e soprattutto al vostro slogan "Chi attacca perde", attendo da parte vostra seri riscontri!
20/01/2009

Distinti saluti, Gianni Conti.

CARREFOUR "UNA STRATEGIA?"


Già alcuni mesi fa nell'ipermercato Carrefour del quartiere Romanina si cominciavano a svuotare gli scaffali. Il personale addetto alle vendite spiegava che tutto quello spazio occupato con articoli di ogni genere costava troppo e che quindi l'azienda lo avrebbero ceduto ad altre attività.

Ora monta la protesta! Nei prossimi giorni infatti saranno possibili scioperi cosiddetti a “singhiozzo” (comunicati senza troppo preavviso, per impedire sostituzioni strategiche) di quattro ore in tutti gli ipermercati e i supermercati del gruppo Carrefour (Carrefour, Gs e dìperdì), nonché assemblee dei dipendenti. Entrambe le forme di protesta saranno accompagnate da un volantinaggio per spiegare ai clienti quello che sta accadendo all'ipermercato della Romanina. Ad annunciarlo è il segretario della Filcams CGIL Roma/Lazio, Vittorio Pezzotti che ha definito queste “le prime iniziative da mettere in campo, sperando che si apra al più presto un tavolo unico con gli enti locali per risolvere la vicenda”.
Quello di Carreofur un modo di fare commercio da bottegai
La Carrefour nei giorni scorsi ha notificato una lettera di licenziamento a 116 dipendenti, motivando il ridimensionamento dell'organico con la “concorrenza nel settore” e con “il perdurare della crisi economica”. L'ipermercato, in sostanza, vedrà dimezzarsi la propria attività, con la struttura che perderà un piano, passando da 10.000 a 5.000 metri quadri. La forza lavoro passerà da 241 a 125 persone. Ad essere interessati dal taglio sono i dipendenti del settore no food (elettromedistici, hi fi, radio tv e tessile). “Un ridimensionamento di questi reparti, visti gli incassi, può anche essere plausibile”, spiega Pezzotti. “Ciò che non è plausibile è constatare che negli altri 4 ipermercati del gruppo nonché nella stessa struttura della Romanina “ristretta” lavorino i cosiddetti merchandiser e promoter, inquadrati con contratti a termine da aziende terze e che in molti casi svolgono le stesse mansioni dei dipendenti licenziati”. La Filcams CGIL Roma/Lazio quantifica in 30 le figure di merchandiser e promoter, sotto contratto con altre aziende ma che lavorano per Carrefour, e in 8 gli stagisti che svolgono le mansioni dei licenziati. “Questo è un modo di fare commercio da bottegai”, attacca Pezzotti. “E' assurdo che la grande distribuzione sprema la forza lavoro fino a quando ne ha bisogno, per poi buttare via le persone come fossero cenci vecchi. E' un modo di fare che non dovrebbe appartenere a quello che è il secondo gruppo mondiale nel settore della grande distribuzione. Sembra quasi che per portare avanti una politica di prezzi contenuti (che in realtà non praticano fino in fondo) vogliano far leva proprio sui lavoratori, andando magari ad utilizzare forme contrattuali precarie”.La Filcams si augura che quanto prima venga convocato un tavolo unico con Regione, Provincia e Comune per provare a risolvere questa situazione per la quale rischiano di finire senza lavoro ragazze madri, persone monoreddito o con gravi problemi di salute".
Di Matteo Scarlino - 15/01/2009
http://www.romatoday.it/economia/sciopero-supermercati-carrefour-roma-e-provincia.html

Qualche pettegolo sussurra che Carrefour stia mettendo in atto una strategia ben precisa:
"Licenziare ora chi ha un contratto serio, che di questi tempi non fa notizia vista la crisi economica internazionale, e rilanciare quelle succursali dove lavorano interinali e promoter! Se così non fosse, basterebbe spostare queste 116 persone in altri supermercati della stessa casa madre, già esistenti a Roma, magari chiedendo anche il sostegno di qualche suo partners come Faxiflora o Maggiore per esempio."

Queste le sedi a Roma:
-BUFALOTTA -VIA DELLA BUFALOTTA 548
-RAFFAELLO -VIA EMILIO LONGONI 3-5-7
-ROMANINA -VIA ENRICO FERRI 43/A
-TOR VERGATA -VIA SCHIAVONETTI 26
-ALESSANDRINO -VIA DELLE CILIEGIE 100
Un grande in bocca al lupo a tutti i 116 precari di Carrefour!!

16 Gennaio 2009, Gianni Conti.

MEZZI D'INFORMAZIONE DA PRENDERE CON LE PINZE


BRAVATA DI MINORI I SABOTAGGI DEI BINARI MILANO-VARESE

MILANO - Nessuna recrudescenza terroristica solo una bravata, ma molto pericolosa, di una baby-gang tra cui addirittura un bambino di nove anni: i sabotaggi che da più di un mese si verificavano sulla linea ferroviaria Milano-Varese erano opera di cinque ragazzini: due di 14, due di 13 ed uno di soli 9 anni. A scoprirlo è stata la polizia ferroviaria di Rho che ha dovuto sottoporsi ad appostamenti anche notturni, e nelle avverse condizioni meteorologiche di questi ultimi giorni, per cogliere sul fatto l'improvvisata banda di ragazzini. Una bravata, dunque, ma con la quale rischiavano, ponendo grossi ostacoli sui binari, di far deragliare i treni che percorrevano la Milano-Varese con gravissimi rischi per i passeggeri. Ieri sono stati colti in flagrante e i quattro più grandi denunciati in stato di libertà per attentato alla sicurezza dei trasporti, oltre che per procurato allarme in concorso. Il più piccolo dei cinque, la mascotte, ha ammesso subito le bravate compiute dal gruppo; solo uno dei giovani ha mantenuto il silenzio. Collaboranti con la Polfer i genitori, tre operai e un impiegato italiani, tranne uno che - ha riferito la Polfer - ha esclamato in tono risentito: "Perché non arrestate i Riina, invece di occuparvi dei giochi dei ragazzi". Tre gli episodi più gravi a loro attribuiti, avvenuti il 28 e il 29 dicembre, e il 4 gennaio; il primo episodio risale, però, al 10 dicembre. Secondo quanto riferito dagli investigatori, il gruppetto aveva individuato al km 4+900 della linea Milano-Varese il luogo degli appostamenti, in località Pogliano Milanese, dove sono residenti, già durante le vacanze estive. I ragazzi vi avevano costruito una capanna con pezzi di legno, che poi, a causa del maltempo, era crollata. I giovani avevano quindi deciso di usare la legna per divertirsi, bruciandola e mettendo dei rami sui binari. Poi l'escalation, con sassi, pezzi di cemento e una volta un cavo di rame rosso, che da un lato finiva in un tombino, e dall'altro in un contenitore al quale poi avevano dato fuoco, per simulare un attentato. Ieri pomeriggio, verso le 16.30, i ragazzini, tre italiani e un rumeno, compagni di terza media e amici dall'asilo, avevano messo sulla rotaia un blocco di cemento e aspettavano di vederlo schizzare in frantumi. Ma il macchinista, che si è accorto dell'ostacolo sul binario, ha fermato il convoglio e chiamato la Polfer. Alla vista dei due agenti in divisa, i giovani si sono dati alla fuga, dirigendosi verso un dirupo, ma gli agenti sono riusciti a bloccarli prima.
Un episodio veramente triste, ma è altrettanto triste leggere questo articolo Ansa per le sue forti contraddizioni:
"All'inizio dell'articolo leggiamo che la polfer (polizia ferroviaria) per la cattura dei giovani sbandati, ha dovuto effettuare appostamenti anche notturni con avverse condizioni meteorologiche per cogliere sul fatto l'improvvisata banda di ragazzini. Mentre alla fine dell'articolo leggiamo che la polfer è stata chiamata da un macchinista che si era accorto dell'ostacolo sui binari, alla vista della polizia i giovani sono fuggiti rimanendo bloccati da un dirupo." Questo tipo di notizie ci vengono fornite quotidianamente da ogni mezzo d'informazione, quindi..... buona riflessione a tutti!