IL BENEFATTORE MANLIO CERRONI




Malagrotta, casi di tumori si indaga per omicidio colposo
Disposta anche l´acquisizione della registrazione della trasmissione Rai Report
di Marino Bisso.

Tumori e decessi sospetti denunciati da operai e residenti nell´area della discarica di Malagrotta. Sono una decina i casi finiti al centro di un´inchiesta aperta dal pm Maria Bice Barborini e dal procuratore aggiunto Achille Toro che coordina anche le indagini sul gassificatore e sulla gestione dei rifiuti nella discarica di Malagrotta. Intanto la procura ha disposto l´acquisizione della registrazione della trasmissione Rai Report dedicata al piano rifiuti nel Lazio che ha portato l´assessore Mario Di Carlo a restituire la delega sui rifiuti per le sue dichiarazioni sui rapporti di amicizia con Manlio Cerroni proprietario della discarica di Malagrotta. La nuova indagine del pm Barborini punta all´accertamento degli eventuali danni causati alla salute dei cittadini riconducibili all´area di Malagrotta sulla quale gravano sia il sito della discarica più grande d´Europa, che copre una superficie di 160 ettari, sia le Raffinerie che ad altri depositi di gas e carburante. I reati ipotizzati vanno dalle lesioni gravi fino all´omicidio colposo. Gli accertamenti sono stati affidati ai carabinieri dei Nas e del Noe. E presto potrebbero arrivare nuove denunce. L´avvocato Francesca Fragale del comitato "Giardini del Pescaccio" annuncia un nuovo esposto: «Stiamo preparando un dossier su alcuni decessi, in particolare su quelle di un 30enne e di un 50enne, per chiedere alla magistratura di verificare se possano essere ricondotti all´inquinamento dell´area di Malagrotta».Intanto entrano nel vivo le indagini sulle autorizzazioni sul gassificatore e le varie proroghe allo smaltimento dei rifiuti a Malagrotta nonostante i dati dell´Arpa allarmanti sull´inquinamento delle falde acquifere. Ora la procura dovrà esaminare tutta la documentazione acquisita in Regione. Tra le questioni critiche c´è il serbatoio di ossigeno risultato fuori legge in base alla legge Seveso. «Dalla relazione tecnica inviata dalla Giovi il 1° luglio 2008 risulta che il serbatoio di ossigeno (già carico e operante) avrà la capacità di 200 metri cubi. La società conferma tuttavia che non conterrà più di 160 tonnellate - contestano i carabinieri del Noe - Risulta invece dalle certificazioni e da un rapido calcolo che il serbatoio è capace di uno stoccaggio di 228 tonnellate e pertanto rientra nelle normative relative al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti». Ma non solo.
«Il consulente della Giovi-Colari ha dichiarato che il serbatoio sarà sostituito il 30 settembre con un altro di 50 tonnellate e successivamente con un altro ancora di 160 tonnellate - annotano gli investigatori - La situazione riscontrata suscita perplessità sul piano operativo, procedurale e della sicurezza. Secondo la normativa, in caso di modifiche che comportino una alterazione delle condizioni di sicurezza anti-incendio, vi è l´obbligo di avviare nuovamente l´iter, con presentazione del progetto e parere di conformità essendo la zona contornata da aziende a rischio di incidente rilevante».
(25 novembre 2008)



Nessun commento:

Posta un commento