DECRETO SICUREZZA? INSUFFICIENTE!

Gianfranco Fini: "Impossibile integrarsi con chi ruba"
Il leader di An: il decreto deve cambiare. Tre condizioni per dare il nostro sì.
Le accuse di strumentalizzare una tragedia? «Risibili». La richiesta di collaborazione sul decreto espulsioni? «Sì, ma solo alle nostre condizioni». L’appello a coniugare rigore e integrazione? Esistono comunità, come quella rom, «che non sono integrabili nella nostra società». Non ha paura di dire qualcosa di destra, Gianfranco Fini. Nemmeno se il prezzo da pagare è quello di chi gli rinfaccia un passato fascista che non passa mai: «Non pensino di fermarci con queste idiozie...».E se sia il coraggio di chi mira alla posta alta come la poltrona di sindaco di Roma a far avanzare come un treno il leader di An, o più ancora la volontà di sfidare la leadership di Berlusconi sul terreno dei fatti, è difficile da dire. Perché sul Campidoglio Fini non chiude: «Prima si dimetta Veltroni, poi vedremo...», e sulla sfida alla guida del centrodestra è secco: «Chi ha più filo da tessere, tesserà».
Mi chiedo come sia possibile integrare chi considera pressoché lecito e non immorale il furto, il non lavorare perché devono essere le donne a farlo magari prostituendosi, e non si fa scrupolo di rapire bambini o di generare figli per destinarli all’accattonaggio. Parlare di integrazione per chi ha una "cultura" di questo tipo non ha senso.
«Berlusconi ha ragione a dire che il decreto è un pannicello caldo, varato sull’onda del panico e perché Veltroni temeva di veder crollare il suo castello di Roma città modello. Noi comunque siamo disponibili a votarlo, ma a tre condizioni: che preveda espulsioni effettive e coatte, e non semplici intimazioni ad andarsene come emerge oggi dal testo; che appunto, recependo integralmente la direttiva Ue, si possa espellere anche chi non ha un reddito certo e infine, perché non rimanga tutto lettera morta, in Finanziaria bisognerà aumentare sensibilmente i fondi alle forze di polizia».
Questi alcuni stralci di un’intervista della giornalista Paola Di Caro (Corriere Della Sera) all'Onorevole Gianfranco Fini, Leader di Alleanza Nazionale.
A noi sono sembrate parole più che sensate quelle dell'Onorevole G. Fini: "Chi non lavora va a casa".
Cosa c'è di scandaloso in queste parole? Nulla! Eppure molti si sono scandalizzati, forze è per questo che lo chiamano il Paese delle banane?
Se vogliamo divenire un popolo serio, dobbiamo smettere di essere sciocchi e buonisti a tutti i costi, un Paese serio non ospita fannulloni, ma persone serie che intendono integrarsi con il lavoro e non con le attività illecite.
Quello che il governo è riuscito a partorire con il Decreto, sono solo provvedimenti da adottare nei confronti dell'extracomunitario o comunitario che si rende pericoloso nel nostro Paese; pochino non vi pare? Quelli che rimangono e che non hanno un lavoro continueranno a fare quello che hanno sempre fatto o no?
Questa è una Repubblica fondata sul lavoro, bisogna regolare i flussi di immigrati in funzione delle richieste di fabbriche e aziende, non in maniera indiscriminata e fuori da ogni controllo come avvenuto finora, così facendo non si ottiene altro che facile manovalanza alla delinquenza.
Questa città è divenuta ormai una delle più pericolose al mondo, si sono spesi un sacco di soldi sul cinema, notti bianche e concerti, ma le nostre forze dell'ordine non hanno nemmeno la benzina per per uscire in strada con le vetture.
Nei Municipi, compreso il nostro che conta più di 200.000 abitanti, di notte fanno uscire una sola vettura di Vigili Urbani, e per quanto riguarda la Polizia di Stato non và molto meglio, basta ricordare le denunce della Consap (sindacato di Polizia), che accusava il governo di avergli tagliato le risorse di almeno un Miliardo di euro.
Speriamo che il buon senso prevalga su tutti, e che si riesca con l'aiuto della CDL ad apporre le modifiche necessarie al Decreto e rendere giustizia a chi in questa città vi ha investito un'intera esistenza. RingraziandoVi per l'attenzione, lasciamo sotto il link del Decreto che noi ci auguriamo si possa migliorare.

http://www.ansa.it/documents/1194083643718_decreto.doc

RESTITUITECI I MARCIAPIEDI!


Una via del Cinema, forse più bella che ad Hollywood. Queste le voci qualche anno fa, questo invece quello che ci ritroviamo ora!

Guardando queste foto non sembra esserci molta attinenza con il cinema, sicuramente molta di più con mercatini nord Africani.


L'articolo 3 del Codice della Strada destina i marciapiedi ai soli pedoni, ma il Comune di Roma preferisce ignorarlo.


Forse i marciapiedi è molto più redditizio affittarli che lasciarli ai pedoni, poco importa se poi questi pedoni per camminarci dovranno mettersi in fila indiana come tanti soldatini.



E poco importa se con i passeggini le mamme per oltrepassare i banchi spesso sono costrette a camminare sulla carreggiata delle vetture, anche contromano e scavalcando le macchine in seconda fila (pericolosissimo).


Proviamo poi ad immaginare cosa potrebbe avvenire in conseguenza ad un allarme improvviso, gente costretta a calpestarsi come olive in un frantoio per trovare una via di fuga, via di fuga che il comune di Roma per avidità di denaro ci ha tolto!

Non c'è anima viva in Italia che si pone il problema della sicurezza nei marciapiedi, come se il terrorismo fosse ormai un brutto ricordo, cosa d'altri tempi.


Noi del comitato Appio Claudio crediamo che per Voi amministratori locali sia arrivato il momento di fare qualche sana riflessione su questo.
Gianni Conti.


ALLARME SICUREZZA!


A Cinecittà Est "La situazione è grave. Le autorità, innanzitutto Sindaco e Prefetto, debbono intervenire subito"

In via Peltechian a Cinecittà-est ‘’vi è un accampamento, non autorizzato, di decine di persone che vivono in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili e dedite all’accattonaggio mediante l’impiego di minori di anni 14. Tali individui…creano quotidianamente illeciti depositi di rifiuti pericolosi (cemento, amianto, plastiche, pneumatici, vetro, metalli, legno, ecc.) e biologici (liquami, escrementi ecc.) e detengono materiali infiammabili ed esplodenti (vedi interventi vigili del Fuoco): combustibili, bombole, gpl ecc.. … più volte alla settimana le citate persone svolgono attività di termodistruzione di parte dei rifiuti stessi con conseguente emissione di fumi densi, di colore nero e di odore acre e insopportabile, che ristagnano nelle strade del quartiere per ore.’’ E’ la descrizione realistica di ciò che quotidianamente accade, messa nero su bianco in un esposto-denuncia dei cittadini a: Procuratore della Repubblica, Prefetto, Sindaco, Presidente del X Municipio, assessore alla sicurezza, Agenzia regionale protezione ambientale, Asl, vigili urbani, polizia e carabinieri. o. Sempre a Cinecittà-est, nella zona di via Eudo Giulioli, un altro gruppo di cittadini ha inviato al Sindaco Veltroni e al Procuratore della Repubblica una lettera in cui si lamenta un’altra situazione consimile aggiungendo all’elenco disagi: furti, rapine, tentativi di stupro, ubriachezza molesta, escrementi lasciati in mezzo al piccolo parco giochi per i bambini i cui attrezzi vengono usati per stendere i panni dai nomadi del campo rom. Questi abitanti minacciano di scendere in piazza per difendere la sanità e la sicurezza pubbliche. Stesso problema viene è segnalato dagli abitanti di via Stefano Oberto e di via Libero Leonardi per altri insediamenti fatiscenti. La situazione del quartiere, insomma, è diventata allarmante. Già prima era difficile per gli influssi negativi provenienti dal terminal di Anagnina diventato un suk a cielo aperto, dove illegalità e insicurezza, specie la sera, regnano sovrani (media di dieci scippi al giorno) malgrado gli interventi quasi quotidiani dei vigili urbani. Ora, però, i vasti prati che ancora circondano Cinecittà est sono diventati sede di nuclei di baracche: 17 ne ha contati questa estate un censimento fatto dal Municipio, ma sicuramente oggi sono di più. Sono gli effetti principalmente dell’immigrazione rumena esplosa dopo l’ingresso di quel paese nell’Unione europea. E tutta Roma ne sta soffrendo. Parchi e giardini sono diventati, in mancanza d’altro, i luoghi dove costruire miseri rifugi e dove, tra la promiscuità e il degrado, si annidano il malaffare di pochi e l’illegalità. Su sollecitazione del Comitato di quartiere Cinest anche il Presidente del X Municipio Sandro Medici, insieme agli assessori della sua giunta, ha fatto presente il 19 luglio scorso con una lettera al Sindaco Veltroni e all’assessore alle politiche sociali Raffaella Milano la gravità e la pericolosità della situazione: ‘’Sta crescendo intorno a questi insediamenti – si dice nella lettera – un allarme civico, da cui si cominciano a scorgere anche istinti e intenzioni non proprio solidali. Riceviamo segnali assai preoccupanti, a questo proposito. C’è insomma il rischio che alcuni abitanti nei dintorni degli accampamenti, pochi o tanti che siano, in mancanza di un nostro intervento si sentano autorizzati a procedere con mezzi sbrigativi e maneschi.’’. Il Presidente Medici concludendo chiedeva di ‘’essere aiutato ad affrontare questo problema’’. Tutti gli allarmi, le denunce, le richieste di maggior controllo avanzati alle autorità competenti sono stati fin qui disattesi. I cittadini chiedono due cose: 1) un maggior controllo quotidiano e serale del territorio da parte delle forze dell’ordine con l’istituzione da subito di un posto fisso (camper) di Ps o dei carabinieri al terminal di Anagnina; 2) lo sgombero dei baraccamenti e l’attrezzaggio di apposite aree per collocare dignitosamente i nuclei di immigrati in modo da facilitarne l’integrazione eliminando degrado, illegalità, insicurezza. La situazione è grave. Le autorità, innanzitutto Sindaco e Prefetto, debbono intervenire subito.

Comitato di quartiere Cinest: Il Presidente Giorgio Brunelli

Comunità Territoriale X Municipio: Il coordinatore Aldo Pirone (Coordinamento dei Comitati di Quartiere: Appio Claudio; Giardini Tor di Mezza Via; Anagnina 2; Gregna S. Andrea; Morena; Osteria del Curato; Statuario – Capannelle; Tor Vergata Nuova; Don Bosco, Piazza Cavalieri del Lavoro; Cinecittà Est – Cinest; Vermicino; Quarto Miglio-Appia Pignatelli; comitato contro l’inquinamento aereo; e delle Associazioni: Fie-Ecologia Urbana; WWF Lazio; Movimento Ecologista; Sinistra Ecologista; L’Ellisse; Insieme Fidam CFR; Comitato per la Difesa dei Diritti dei Cittadini; Unione Italiana Ciechi Sez. Prov. di Roma) 08/10/2007

ALTRE DUE VITE SPEZZATE DALL'INDULTO!




Sono i due albanesi sottoposti a fermo di polizia giudiziaria i presunti autori materiali dell'omicidio di Gorgo al Monticano (Treviso) del 21 agosto scorso dei coniugi Pelliciardi. Il ruolo del romeno e' stato invece quello di basista. L'indiscrezione viene da ambienti vicino agli inquirenti.
I due albanesi sono Artur Lleshi, 33 anni, scarcerato il 14 settembre 2006 in seguito all'indulto con numerosi precedenti per furti, rapine e anche per sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo in seguito alla quale era stato arrestato dal commissariato di Castevolturno. In carcere anche Nai Stafa (33), residente a Marcenise (Caserta), anch'egli con numerosi precedenti e segnalato da alcuni paesi dell'area Schenghen come straniero inammissibile. Il terzo fermato dai carabinieri e' G.B.A. (20) romeno che sarebbe stato l'anello di collegamento. I tre sono accusati, tra l'altro, di omicidio volontario aggravato. Il fermo e' arrivato dopo meno di due settimane dall'efferato omicidio dei coniugi Pelliciardi, barbaramente seviziati e poi uccisi, grazie a un lavoro di intelligence che ha visto i carabinieri, coordinati dalla procura trevigiana, usare i piu' sofisticati sistemi di indagine. Gli indagati sono stati rintracciati in punti diversi del Veneto. Il romeno fermato per l'omicidio dei coniugi Pelliciardi avvenuto il 21 agosto a Gorgo al Monticano (Treviso) avrebbe confessato le proprie responsabilita' indicando i nomi dei due presunti complici albanesi. Il massacro di Guido e Lucia Pellicciardi, aveva portato agli assassini un magro guadagno: solo i pochi risparmi delle vittime e la tessera bancomat che i feroci assalitori avevano tentato immediatamente di usare poco lontano dal luogo dell'eccidio facendosi anche riprendere dalle telecamere. I coniugi Guido Pelliciardi, 68 anni, e Lucia Comin (62), erano stati trovati uccisi il 21 agosto scorso nella dependance della villa di cui erano custodi a Gorgo al Monticano (Treviso) da una guardia giurata che stava effettuando un controllo. L'esame autoptico aveva messo in evidenza che le due vittime erano state orribilmente seviziate nel corso di quello che era stato indicato come un infruttuoso tentativo di rapina. In particolare, l'uomo era stato legato e percosso ed era stato costretto ad assistere alle sevizie che i rapinatori ed assassini avevano fatto alla moglie nel tentativo, probabilmente, di farsi consegnare le chiavi della villa di cui erano custodi, ma che non avevano. Le due vittime erano poi state finite a colpi di spranga e in un modo cosi' crudele che il procuratore capo Antonio Fojadelli aveva parlato di "incredibile efferatezza". Le indagini - da subito serrate - avevano portato i carabinieri a seguire piu' piste ma nell'ultima settimana, come sottolineato dal Procuratore generale Ennio Fortuna, e' diventata pressoche' una certezza la pista della rapina. Per giungere ad un esito favorevole - secondo il Pg Fortuna - era necessario mettere assieme una serie di elementi acquisiti nel corso delle indagini tra cui, molto probabilmente, l'origine di alcune tracce ematiche e il tentato utilizzo del bancomat della donna poco lontano dal luogo del duplice omicidio.
QUESTO SI LEGGE SUL SITO DI BEPPE GRILLO...............
Artur Lleshi, albanese, condanna per dieci anni per tentato omicidio, uscito grazie all’indulto, espulso, ma solo sulla carta, dall’Italia.Naim Stafa, albanese, precedenti per rapina, droga, armi, soggetto indesiderato sul territorio di Schengen.Clemente Mastella, italiano, ministro di Grazia e Giustizia, responsabile dell’indulto.L’indulto gli italiani non lo volevano. E’ servito a evitare il carcere a chi, spesso molto vicino ai partiti, aveva commesso reati contro la pubblica amministrazione, reati finanziari, reati societari, reati fiscali. Il resto sono balle.Mastella è stato messo lì per questo. E’ un inciucione bipartisan. Garantisce tutti, tranne i cittadini.Gli effetti dell’indulto si sono visti in questi mesi. Adesso un Governo di impuniti, senza fare ammenda, senza alcuna autocritica, ci dice che vuole impedire le scarcerazioni facili. Che vuole combattere la microcriminalità.Il procuratore della Repubblica di Treviso Antonio Fojadelli ha detto: “Certo, se l’indulto non fosse stato fino a tre anni e se non avesse compreso anche reati come omicidio e rapina...”. E ha aggiunto: “Io stesso se mi guardo intorno, lo Stato non lo vedo”.Il primo gesto che dovrebbe fare il Consiglio dei ministri è di sfiduciare Clemente Mastella. La popolarità del Governo sarebbe enorme. Io metto a disposizione dei familiari dei coniugi uccisi a Gorgo al Monticano i miei legali per fare causa al ministero della Giustizia. Ognuno in questo Paese deve cominciare a prendersi le sue responsabilità, a partire dai nostri dipendenti.
NO COMMENT.......ci vediamo tutti al V-DAY!

ARRIVANO I NOSTRI!!



Roma, 30 luglio 2007 - E' iniziato questa mattina alle 7.30 lo sgombero delle baraccopoli degli Orti del Parco degli Acquedotti in presenza delle Forze dell'Ordine, del presidente del Municipio Sandro Medici e del vicepresidente Massimo De Simone. Prima di procedere alla demolizione delle numerose baracche, è stato effettuato un fitto controllo per evacuare tutti coloro che ci vivono, alcuni anche da 20 anni, e che verranno spostati a via del Calice. Come, infatti, ha spiegato Medici: "Prima si trattava di Orti abusivi ora è più che altro una baraccopoli. Qui qualcuno affittava posti letto a senza fissa dimora anche a 800 euro al mese. E poi c'erano continui episodi di criminalità, che nemmeno più gli abitanti storici delle baracche riuscivano ad arginare".

LA RIQUALIFICAZIONE - Una volta conclusa l'operazione, per la quale si prevede saranno necessarie alcune settimane, l'area verrà rinaturalizzata. Poiché si tratta di proprietà privata, le spese saranno coperte dalle Fondazioni Gerini e Gaetani che provvederanno a rimborsare il Comune di Roma. Da ROMAONE.IT

Noi del Comitato Appio Claudio, siamo ovviamente soddisfatti del risultato ottenuto, anche se ci sfugge il motivo per cui, a questi abusivi, sono state fatte delle concessioni, Ma ora non è il momento delle polemiche, e vogliamo approfittare di questa occasione per ringraziare tutti coloro che oltre noi, si sono prodigati per il raggiungimento di questo comune obiettivo.
Dal Presidente del X Municipio Sandro Medici, all’onorevole Massimiliano Valeriani della terza Commissione Consiliare Permanente Ambiente, non per ultimo la Comunità Territoriale del X Municipio e il Direttore del Servizio Giardini Stefano Mastrangelo.

Questi sono stati gli attori principali della battaglia per la legalità all’interno di questo stupendo e storico Parco, quindi; gloria a loro. Chiudiamo con questa notizia, Augurandovi Serene vacanze.

CORTE DEI CONTI: OK BEPPE GRILLO, VIA I POLITICI CORROTTI


Via, per sempre, i politici corrotti: chi riveste una carica pubblica e viene condannato in via definitiva per "cattiva amministrazione", non deve avere la possibilita' di candidarsi di nuovo. A sorpresa, la Corte dei Conti si dichiara d'accordo con la proposta, che definisce "un po' forte, clamorosa", come quella di Beppe Grillo che recentemente ha depositato alla Cassazione una richiesta di legge popolare per un "Parlamento pulito". Il procuratore generale della magistratura contabile Claudio De Rose, in occasione di una riflessione sui risultati raggiunti dalla Procura generale in vista del suo prossimo collocamento a riposo, si spinge ancora piu' in la': "Chi e' condannato in via definitiva deve essere destituito dalla carica che riveste". L'ineleggibilita' e la revoca del mandato dovrebbe riguardare in particolare chi si macchia di corruzione in tema di appalti o di frodi comunitarie, fenomeno questo che "non accenna a diminuire". Sulla stessa linea, il viceprocuratore generale aggiunto Mario Ristuccia: "C'e' una domanda nel paese di corretto uso delle risorse pubbliche. Se c'e' un amministratore che le usa in modo distorto, una sanzione accessoria di questo tipo sarebbe la garanzia di cui la Nazione avrebbe bisogno".
La Repubblica.it

COMPLESSO TERMALE NEL PARCO DEGLI ACQUEDOTTI



La Villa delle Vignacce è una delle più importanti ville del Suburbio romano. Costruita per la prima volta probabilmente in età tardo-republicana, viene monumentalizzata nel II secolo d.C. con la realizzazione di lussuosi padiglioni residenziali, giardini con ninfei e giochi d'acqua ed un impianto termale privato. Abitata per lungo tempo, dalla villa provengono importanti sculture e reperti oggi conservati tra i maggiori musei del mondo. Di essa sono attualmente visibili solo una piccola parte di resti monumentali.Tutto questo accade nel Parco degli Acquedotti che è uno dei piu' importanti complessi paesaggistici d'Italia, un brano di Campagna Romana, miracolosamente sfuggito alla speculazione edilizia, in cui convivono in una suggestiva armonia le memorie della storia romana e medievale ed i silenzi e le asprezze del classico paesaggio dei dintorni della Città Eterna.Nel 2005 è sorto nei membri dell'AIRC (American Institute for Roman Culture) il desiderio di poter contribuire alla conoscenza ed alla valorizzazione di questo straordinario patrimonio culturale, dando vita ad un progetto di ricerca internazionale e multidisciplinare in cui, collaborando con il Ministero per i Beni e le Attività culturali e la Sovraintendenza ai Beni culturali del Comune di Roma, fosse possibile coinvolgere anche altre istituzioni ed enti locali e, soprattutto, i cittadini, veri titolari di questa importantissima ricchezza.E' nata cosi' l'idea di indagare archeologicamente per la prima volta in modo sistematico la Villa delle Vignacce, situato lungo i margini del Parco all'inizio di via Lemonia. Il progetto ha carattere didattico ed internazionale, e vede la partecipazione di ricercatori e studenti americani ed italiani, in un proficuo scambio di conoscenze, competenze, culture.L'obiettivo è quello di poter contribuire ad arricchire le conoscenze sul nostro passato e di valorizzare in modo adeguato un sito di cosi' straordinaria bellezza.Il pubblico può visitare ed assistere agli scavi nei giorni di mercoledi e giovedi dalle 16.00 alle 17.00. (17/07/2007 AbitareaRoma.net)

L'ACQUA BATTESIMALE E' GRATIS!

A partire dal 1929, con la firma dei Patti Lateranensi, lo stato italiano si fa carico della dotazione di acqua per lo Stato Vaticano, in virtù dell'articolo n. 6, che al primo comma dice che "L'Italia provvederà, a mezzo degli accordi occorrenti con gli enti interessati alla Città del Vaticano un'adeguata dotazione d'acqua in proprietà". L'Italia si fa carico da allora dei 5 milioni di metri cubi d'acqua consumati in media dallo Stato Pontificio. Per le acque di scarico, Città del Vaticano si allaccia all'Acea, ma non paga le bollette, perché non riconosce la tassazione imposta da enti appartenenti a stati terzi. In soldoni, non riconosce Acea perché è "straniera".Quando Acea si quota in borsa nel 1999, chiede un intervento al governo italiano, che ripiana i 44 miliardi di lire di debiti relativi alla fornitura delle acque vaticane. Da quel momento, la Chiesa avrebbe dovuto farsi carico di una spesa di 4 miliardi di lire annui, ma non è andata così. Tutti i salmi finiscono in gloria, e lo Stato italiano si trova di nuovo nel 2004 a pagare il conto: tocca alla finanziaria 2005 stanziare 25 milioni di euro subito e quattro dal 2005 per dotare il Vaticano di un sistema di acque proprie. Nel 2001 il Governo Berlusconi istituisce una commissione bilaterale per provare a dirimere la questione delle acque benedette, ma pare che ci sia poco da fare per i debiti che ACEA lamenta, il Vaticano è disponibile a pagare solo una quota di 1.100 euro, per realizzare un depuratore STOP.


La commissione ha assicurato allo stato pontificio la dotazione d'acqua richiesta (1059 once all'anno) sempre con carattere di gratuità, come disposto dai patti lateranensi, per far fronte alle esigenze sia all'interno delle mura Lonine, che all'esterno, a beneficio delle sedi di dicasteri ed enti contrali della Chiesa, indicati dalla Santa Sede con apposito elenco, che viene aggiornato in via diplomatica. Quali e quanti siano è da scoprire. Il Vaticano comunque corrisponderà un contributo periodico in riconoscimento degli oneri connessi al trasporto dell'acqua. Carta e penna alla mano, facendo due conti si realizza facilmente che il debito dal 1999 ad oggi ammonta a circa 52 milioni di euro. C'è da strabuzzare gli occhi, al pensiero dell'enorme buco che lo stato italiano ha dovuto ripianare e che Acea ha tollerato, soprattutto se si confronta con un normale cittadino, che se non paga una bolletta rischia di trovarsi i sigilli sul contatore! L'acqua è diventata un bene preziosissimo per il pianeta, a causa delle molte guerre che per essa si combattono. Nei Paesi poveri si imbracciano i fucili per avere qualche zampillo d'acqua potabile che garantisca la sopravvivenza. Nei Paesi ricchi invece il business si fa privatizzandola: comprando a poco prezzo le fonti, e rivendendo in bottiglie di plastica etichettate un "prodotto" che in realtà è un bene primario, un'esigenza per la vita della collettività. Le grandi multinazionali e le multiutility dei comuni fanno schizzare i bilanci alle stelle vendendo l'acqua a prezzi più elevati del petrolio, ma l'acqua è soprattutto vita, bene comune dell'umanità. Ecco perché anche il Vaticano dovrebbe riconoscerle il giusto valore (se non per il debituccio'). http://www.francarame.it/?q=node/200

OTTO PER MILLE


Il finanziamento alla Chiesa Cattolica, deciso con la revisione concordataria del 1984, con l'inghippo dell'otto per mille sottoscritto da Craxi per acquisire benemerenze presso il Vaticano, è, nella formulazione italiana, null'altro che una truffa in quanto la percentuale dei contribuenti che firmano l'otto per mille a favore della Chiesa cattolica è di circa il 45%, che poi in sede di liquidazione dell'importo calcolato diventa quasi il 90%. In altri paesi con forte presenza cattolica le cose sono regolate in modo più giusto e trasparente. In Germania ad esempio il credente versa volontariamente alla sua chiesa un 9 per cento dell'imposta sul reddito pagato, chi non vuole semplicemente non paga; in Spagna il contribuente può dichiarare che lo 0,5 per cento del gettito fiscale possa essere destinato alla Chiesa o allo Stato, in assenza di scelta la cifra è destinata ad altri fini. In Italia invece la Chiesa Cattolica, mai sazia di privilegi, è riuscita a mettere a punto e far approvare un meccanismo perverso che le consente di incamerare quasi totalmente il cosiddetto otto per mille dell'IRPEF, qualunque sia la scelta o la non scelta degli italiani. La relativa legge che consente la truffa può essere quindi considerata più rispondente a reciproci interessi politico-economici che a una precisa definizione della volontà dei cittadini.Il nuovo sistema di finanziamento dell'organizzazione ecclesiastica è oggi regolato dalla legge 222 del 20.05.1985, e recepisce gli accordi raggiunti il 15.11.1984 da Mons. Attilio Nicora e dal prof. Francesco Margiotta Broglio. Al secondo titolo del punto 3 del Protocollo Addizionale Beni ecclesiastici e sostentamento del clero", viene superato il precedente sistema della congrua sia nella forma dell'erogazione sia nella gestione dei fondi. L'articolo 21 infatti prevede la creazione di un "Istituto per il sostentamento del clero" alle dipendenze del vescovo di ogni diocesi, e di un "Istituto Centrale" alle dipendenze della CEI, dove far confluire l'enorme tributo dell'otto per mille e i versamenti fino a due milioni detraibili dalla denuncia dei redditi.L'articolo 46, che prevede appunto questa forma di erogazione, chiamata "obolo" perché elargisce un contributo personale, grava comunque sulle pubbliche finanze sotto forma di minori introiti di imposta. C'è da aggiungere che gli esperti finanziari pensavano che da queste libere offerte venisse la parte più rilevante del finanziamento della chiesa, ma così non è stato. Il loro gettito è stato di circa 45 miliardi l'anno, ed è attualmente in diminuzione. Questo smacco dimostra in maniera clamorosa che il nuovo finanziamento in nessun modo si può chiamare "Autofinanziamento".L'entità dell'otto per mille dell'IRPEF è attualmente di circa mille miliardi ma, per effetto dell'inflazione, è ovvio che il suo aumento farà sempre lievitare la percentuale da attribuire alla Chiesa Cattolica. Questo versamento effettuato da TUTTI i cittadini può essere suddiviso mediante una scelta espressa fra lo Stato, la Chiesa Cattolica e le altre piccole confessioni religiose che hanno accettato di partecipare alla spartizione (i Testimoni di Geova, i più pericolosi concorrenti del Vaticano, sono da dieci anni in attesa di essere inseriti, ma inutilmente).Ma il meccanismo perverso che favorisce la Chiesa Cattolica è la quota dell'otto per mille di quei cittadini che, intendendo sottrarsi a tale invito, non firmano nessuna preferenza e di quei cittadini che, riconoscendosi in un'etica laica, scelgono lo Stato Italiano e loro malgrado sono quasi totalmente aggiunti alla quota riservata alla Chiesa Cattolica, in virtù di uno stratagemma ideato per aggirare l'ostacolo dei non credenti e mantenere il più alto possibile l'introito per la Chiesa Cattolica.Lo stesso comma 3 si conclude così: ...in caso di scelta non espressa da parte dei contribuenti la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse. Quale che sia, cioè, la percentuale delle scelte espresse, anche la quota su cui non è stata effettuata nessuna scelta viene distribuita alla Chiesa Cattolica o allo Stato, in percentuale alle scelte a loro favore. Solo fra loro, perché le altre confessioni dignitosamente non hanno accettato di partecipare a questa ulteriore spartizione.Un esempio concreto: se su 100 cittadini 90 non si esprimono (per disinteresse o per tacita delega allo Stato), e solo 8 firmano per la Chiesa Cattolica, l'80 per cento della quota IRPEF stabilita andrà alla Chiesa Cattolica. Ecco come in Italia una evidente minoranza può diventare la quasi totalità degli italiani che finanzieranno, loro malgrado, un'associazione religiosa. Anche le somme accumulate per la scelta a favore dello Stato sono convogliate ad opere assistenziali, in Italia quasi interamente in mano alla Chiesa Cattolica. In tal modo non viene assolutamente rispettata la volontà di chi, non scegliendo o scegliendo lo Stato, ha inteso sottrarsi all'obbligo di partecipare a questa specie di referendum che, fra l'altro, viola il diritto di riservatezza. Non solo viene limitata la libertà di scegliere o non scegliere, ma è evidente l'intrusione nel segreto delle coscienze.Questa situazione si aggrava ulteriormente da quando la legge consente ai lavoratori dipendenti di affidare al datore di lavoro la redazione della proprio denuncia dei redditi, per possibili rischi di rappresaglie sul posto di lavoro.Un'altra cosa non corretta è il sistema di conteggio delle scelte effettive dei contribuenti la cui percentuale non viene attribuita contando la reale destinazione della scelta espressa, ma con un sorteggio a campione che molti ritengono addirittura illegale.Quanto all'entità delle somme erogate alla CEI sulla base di tale forma di finanziamento, è previsto un complesso sistema di transizione che stabilisce anticipi e conguagli annuali e di triennio in triennio. Gli acconti versati dallo Stato alla CEI con il nuovo sistema dell'otto per mille sono di circa 700 miliardi l'anno, salvo poi conguagli e ulteriori anticipi che nel 1996 hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 1500 miliardi più 800 miliardi, sempre a conguaglio, che la magnanimità dei vescovi ha accettato fossero rateizzati. Dopo l'erogazione di quest'enorme cifra, che dalle disastrate casse della Repubblica Italiana è passata a rimpinzare quelle del Vaticano, il Card.Ruini ha avuto modo di dichiararsi soddisfatto e durante una recente assemblea della CEI ha indicato anche come saranno ripartiti i 1500 miliardi appena ricevuti:
565 miliardi per mantenere e assicurare gli stipendi ai 40.000 preti italiani; 10 miliardi per un fondo domestiche, vista la quasi scomparsa delle perpetue; 390 miliardi alle diocesi per l'edilizia, per i monasteri di clausura, per le facoltà di teologia e altri enti del genere; 190 miliardi al restauro dei beni culturali ecclesiastici e a iniziative nel campo delle catechesi; 10 miliardi a un fondo per la cultura; 30 miliardi per case canoniche delle parrocchie del sud; 280 miliardi alle spese di carità, ma di questi 140 saranno dirottati per opere (?) nel terzo mondo.Un esempio di opere nel terzo mondo sono anche i 40.000 dollari donati dal Vaticano alla Croazia durante laguerra con la Bosnia.Come è a tutti evidente solo una minima parte dell'otto per mille va in opere di carità, che oltretutto non sono verificabili da nessuno, come conferma l'art.44 del titolo 2 sempre del Protocollo Addizionale: si stabilisce che la CEI trasmetta annualmente all'Autorità Statale un rendiconto relativo all'effettiva utilizzazione delle somme ricevute a vario titolo direttamente dai cittadini o dallo Stato". Su tali rendiconti, però, non sono previsti né controlli né verifiche.Prima lo Stato stipendiava direttamente i preti, ora, con la nuova intesa, il finanziamento va direttamente ai vescovi, aumentando notevolmente l'autorità nei loro confronti. Di diversa natura sono i contributi che vanno a sostenere opere e associazioni cattoliche nel contesto del finanziamento di attività sociali, assistenziali, scolastiche, editoriali di vario genere: sono finanziamenti in granparte assicurati dalle Regioni, dai Comuni e ancora dallo Stato.La verità è che tra una cosa e l'altra lo Stato Italiano sta concentrando un'enorme quantità di denaro nelle casse di uno stato straniero non democratico e non controllabile. C'è da osservare infine che nella pubblicità svolta attraverso radio, televisioni pubbliche e private, giornali, opuscoli e perfino le comunicazioni bancarie ai clienti e con l'aiuto massiccio delle aziende a partecipazione statale come la SIP prima, la Telecom adesso, la CEI afferma di non ricevere più contributi diretti dallo Stato, in seguito ad una scelta di libertà e di povertà evangelica. Niente di più falso.La legge parla esplicitamente di somme ricevute "direttamente" dallo Stato, come del resto i fatti confermano. Il regime di privilegio si evidenzia anche perché a fare propaganda è sostanzialmente solo la gerarchia cattolica, lo Stato non entra praticamente in competizione e le altre confessioni non hanno la forza per garantirsi una vera campagna di spot.La Chiesa con i suoi enormi patrimoni ha da tempo capito che la forza del cristianesimo sta nel potere che si mantiene con il possesso e il continuo accumulo di ricchezze, catturando e azzannando i beni della terra. Attilio Nicora detto "Monsignor otto per mille" e ora vescovo di Verona è un esempio attuale della febbrile penetrazione della Chiesa nel mondo della finanza.A lui, per aver ideato la truffa dell'otto per mille, il Vaticano sta riservando una luminosa carriera (prossimo arcivescovo di Milano?); intanto a Verona, attraverso l'opera sua, è sorto un grosso Pool di Banche cattoliche, una sorta di IOR, che per importanza è il terzo polo in Italia. Il Pool unisce infatti la Cariverona, l'Unicredito a cui fanno capo la Cassamarca di Treviso, la Cassa di Risparmio di Trieste, la Cassa di Risparmio di Gorizia, quella di Udine e Pordenone, la Banca di Trento e Bolzano (già dellaCuria Trentina). E' in patto con l'Ambro-Veneto e con la Cassa di Risparmio di Torino e Genova, ed ha comprato quote della Popolare di Verona (la Popolare con quei soldi ha pagato il Banco dei Santi che ora fa parte della Popolare, il cui presidente Zanotto, come i suoi dirigenti, è sempre dell'Opus Dei). Alla Chiesa adesso non interessano più i partiti di riferimento: il gregge è ormai politicamente disperso. Alla Santa Chiesa interessano ora più che altro le BANCHE. Il grande polo bancario padano dovrebbe essere di 43 mila miliardi di raccolta, 26 mila miliardi di impieghi, 7 mila miliardi di patrimonio con 800 sportelli. Tutto sotto l'egida della Chiesa Cattolica e la protezione dello Spirito Santo. E' sotto gli occhi di tutti l'immagine di un cristianesimo aziendale, di possesso e di rapina, visto che i loro immensi patrimoni immobiliari e le loro ricchezze in genere non pagano una lira di tasse. La degenerazione capitalista tanto denunciata da Wojtyla è solo ipocrisia.
Mario Patuzzo http://www.disinformazione.it/8permille.htm

VUOI GIOCARE ALL'ORATORIO? 2 EURO, GRAZIE!

FRASCATI (RM)-ADISTA NOTIZIE. La denuncia è contenuta in una lettera inviata al presidente del X Municipio Sandro Medici, ed è stata pubblicata il 14 giugno scorso sulle pagine locali del Gazzettino del Lazio: Carlo Campanella, un parrocchiano della parrocchia di S. Andrea Apostolo in località Centroni, ai confini del comune di Roma (nel X Municipio, ma già all’interno del territorio della diocesi di Frascati, e quindi affidata alla cura pastorale del vescovo Giuseppe Matarrese) ha preso carta e penna per raccontare, a nome di un gruppo di genitori, dell’iniziativa presa dal suo parroco, don Nunzio Liberti. Don Nunzio – racconta Campanella – ha recentemente deciso di far pagare ai bambini, “parlo di bambini intorno ai 10 anni”, “2 euro ogni volta che vogliono entrare a giocare”. Non solo: il parroco ha incaricato una persona di sua fiducia di riscuotere i soldi, “previa prenotazione, come si fa con le strutture private”. Il problema però è che – anche volendo pagare – spesso l’incaricato “per i più svariati motivi” non viene nemmeno ad aprire il cancello. E i ragazzi restano fuori. Ora - scrive Camapanella - a parte il fatto che essendo io cresciuto in un oratorio non ce lo vedo don Bosco che andava in giro a recuperare ragazzi per poi chiedere loro 2 euro per entrare”, “faccio presente che si è cercato di parlare con il parroco di questo problema, ma ci è stato risposto che il campo è suo ed è lui che decide, che i campi delle chiese limitrofe usano lo stesso sistema e inoltre che i bambini pagando 2 euro imparano ad usare bene i soldi, anziché sprecarli – a suo dire – per le caramelle o le figurine”. Dulcis in fundo, Campanella ricorda che, nonostante il nuovo piano Regolatore, in tutto il territorio non esistono spazi dedicati ai bambini ed al gioco, se non quelli di proprietà della parrocchia. Un’area, quella dell’oratorio di S. Andrea, che – racconta Campanella – fu inaugurata alcuni anni fa dal sindaco Veltroni, che in quell’occasione parlò “di fondi stanziati dal comune” per la sua realizzazione. Navigando all’interno del sito della Regione Lazio (www.regione.lazio.it/web2/ contents/download/servizi/oratori/Graduatorie_pubblicare_internet.pdf) si può inoltre facilmente verificare come, grazie alla legge regionale n. 13 del 13 giugno 2001 (fortemente voluta dall’ex presidente della Regione Francesco Storace) che conferisce “pieno riconoscimento agli istituti denominati ‘Oratori’ che svolgono attività di educazione e formazione rivolte ad adolescenti e giovani”, l’oratorio di S. Andrea sia stato inserito già nel 2004 nella graduatoria delle domande ammesse al finanziamento regionale per una somma pari a 6mila euro. L’equivalente del prezzo di entrata di 3mila ragazzini. (valerio gigante)

LA CONCLUSIONE SEMBRA VICINA



Il sopralluogo tenutosi nel parco degli Acquedotti a Roma il giorno 14 Giugno 2007, anticipato nel postOrti abusivi nel parco degli Acquedotti, ha prodotto un'audizione in Commissione Ambiente probabilmente verso la metà di Luglio c.a.

All'audizione organizzata dall'On. Massimiliano Valeriani (foto in basso), Presidente III Commissione Consiliare Permanente Ambiente, dovrebbero intervenire oltre noi del Comitato Appio Claudio ed esponenti della Comunità Territoriale del X Municipio, anche l'Assessore alle Politiche Ambientali ed Agricole On. Dario Esposito.

Da questo incontro, ci aspettiamo decisioni risolutive per lo sgombero degli orti abusivi all'interno del parco.

Tutti noi crediamo che l'On. Massimiliano Valeriani abbia a cuore la vicenda.
Lui stesso, durante il sopralluogo, ha potuto constatare la veridicità delle nostre denunzie, vedendo personalmente in quali condizioni di degrado versa questo parco.
Panchine praticamente inesistenti, le pochissime rimaste sono distrutte (vedi foto), cestini insufficienti per l’area che dovrebbero coprire, spesso privi di buste interne perché razziate, con inevitabile abbandono della spazzatura in terra.
Mancanza di manutenzione, blocchi di marmo staccati dai muretti che circoscrivono il parco giochi, lasciati li a giacere (vedi foto) da chissà quanto tempo, potenziale pericolo per chiunque, figuriamoci per i bambini che sono li a giocare.

All’incontro è intervenuto anche il Sig. Botti, responsabile del Servizio Giardini in X Municipio, che cercava di spiegarci sostanzialmente la sua difficoltà nel garantire determinati servizi, visto il numero esiguo di mezzi e personale messi a sua disposizione dal X Municipio.
Addirittura ha confessato di non essere in possesso neppure di un cesto elevatore per gli interventi di prevenzione sugli alberi, come la potatura di un ramo in fase di distacco, e quando sorge l'esigenza, è costretto a farne richiesta ad altri Municipi, ed attendere il suo turno (sperando che nel frattempo il ramo non precipiti sopra qualche ignaro visitatore).

Non esiste poi alcun controllo sul territorio, prosegue sfiduciato il Sig. Botti, e aggiunge anche: "questa è terra di nessuno!", Tutto è comunque riconducibile agli orti, perché divenuti ormai covo di disperati, che per necessità razziano tutto ciò che trovano, in un luogo dove la legge non arriva.
Dopo alcuni minuti manco a farlo apposta, davanti a noi sfreccia un motorino con su due adolescenti, il nostro Salvatore Settimi (nella foto a destra) s’improvvisa tutore della legge bloccandoli, come farebbe un agente della stradale, e dopo averli informati sulla violazione che stavano compiendo, gli consiglia di non proseguire per non finire in bocca ad una pattuglia di vigili urbani. Il bluff dà esito positivo, i ragazzi borbottano qualcosa, girano il motorino e tornano indietro.
In quel momento sono sicuro che nella testa di ognuno di noi, siano riecheggiate le parole pronunciate dal Sig. Botti poco prima.

Dopo questo sopralluogo, siamo certi che l'On. Massimiliano Valeriani, abbia compreso quanto sia urgente il recupero di questo parco.
Soprattutto di quanto sia prioritario risolvere l'impasse degli orti abusivi, che a catena, fisiologicamente, trascinerà alla soluzione tanti altri problemi. Come sempre vi terremo informati sugli sviluppi.

ORTI ABUSIVI NEL PARCO DEGLI ACQUEDOTTI



Il 5 Giugno ’07 in Commissione Ambiente a via di Porta San Sebastiano, si è tenuta una riunione con alcuni rappresentanti della Comunità Territoriale del 10° Municipio in presenza del Presidente della III Commissione Consiliare Permanente Ambiente On. Massimiliano Valeriani.
All’incontro hanno preso parte i Signori: Fabio Depino (WWF Lazio), Giuseppe Carfi (C.T. 10° Municipio), Salvatore Settimi (Presidente comitato Appio Claudio), il sottoscritto Gianni Conti (comitato A.C.), Gianluigi Zangari (imprenditore agricolo). L'incontro è stato organizzato per ascoltare e discutere gli innumerevoli problemi che riguardano il parco degli Acquedotti.
In assemblea il Sig. Fabio Depino, che conosce bene il territorio, ha denunciato il forte disinteresse che gli organismi istituzionali nutrono nei confronti di quest'area archeologica straordinaria, dove passano ben sette acquedotti antichi: l'acquedotto Claudio su cui corrono i resti dell'acquedotto Anio Novus, alcune arcate dell'acquedotto Marcio, a sua volta sormontato dai due acquedotti dell'Aqua Tepula e dell'Aqua Iulia, e l'acquedotto Anio Vetus che passa sottoterra. Infine, all'altezza di porta Furba si staccava dall'acquedotto Marcio la diramazione dell'acquedotto Antoniano, che alimentava le Terme di Caracalla. Degli undici acquedotti che rifornivano Roma in età imperiale, questi erano senz'altro i più importanti, convogliando il 74% dei 13 metri cubi d'acqua che ogni secondo entravano in città. In passato si è lasciato sovrastare queste opere di grandiosa importanza storico-architettonica dalla speculazione edilizia, e ora con orti e baracche abusive all'interno del parco (divenute dimore per extracomunitari), si lascia soffocare quello che è rimasto.
Se vogliamo salvare questo pezzo di storia, non abbiamo più tempo da perdere. I nostri governanti devono stanziare più soldi per le aree verdi, e attivare organismi di controllo per monitorarne le spese.
Risale proprio ad un anno fa, l'ultimo crollo di una parte dell'acquedotto Claudio, all'altezza del campo Gerini. Eppure a bordo di pullman molto belli denominati archeobus di colore verde speranza, portiamo a passeggio turisti di tutto il mondo attraverso i tesori dell'Appia Antica, facendoli passare proprio sotto un'arcata dell'acquedotto Claudio (vedi foto in alto a destra), per poi giungere al casale di Roma vecchia; ovviamente a distanza di sicurezza orti abusivi.
Sembra finalmente esserci uno spiraglio: il giorno 14 Giugno 2007 alle ore 10.00, l'On. Massimiliano Valeriani ci ha dato appuntamento al parco per fare il punto della situazione.
Presto vi aggiorneremo sugli sviluppi.

UN BEL CORAGGIO!

La trasmissione Annozero del 31 Maggio 2007, condotta dal pungente Michele Santoro su Rai 2, ha messo in onda parte del documentario della Bbc "sex crimes and the Vatican".
Ospiti in studio: monsignor Rino Fisichella rettore della Pontificia Università Lateranense, don Fortunato Di Noto dell'associazione Meter che combatte la pedofilia in rete, Piergiorgio Odifreddi matematico e autore di "Perchè non possiamo essere cristiani" (e meno che mai cattolici) ed infine colui che ha firmato l'inchiesta Colm O'Gorman reporter di Panorama Bbc anche lui vittima di abusi da banbino da parte di un prete.

Egli ha raccolto testimonianze in tutto il mondo:

Dall'Irlanda agli Stati Uniti dal Brasile all'Inghilterra. Al centro dell'inchiesta un documento riservato del Vaticano, il "Crimen Sollicitationis", che spiega ai vescovi come comportarsi con i preti che abusano sessualmente dei loro parrocchiani.

Dopo la richiesta di Santoro di acquistare il filmato, sono scesi in campo diversi big della politica, da Piero Fassino, che aveva auspicato "equilibrio e prudenza", a Gianfranco Fini, convinto che la Rai abbia speso soldi pubblici per finalità "che non hanno nulla a che vedere con l'informazione", da Mario Landolfi a Pierferdinando Casini, contrari all'acquisto del documentario.

Aveva preso posizione anche la Conferenza episcopale italiana, con il segretario generale mons. Giuseppe Betori, sottolineando che il filmato diffonde certamente alcuni "contenuti falsi". Nessuna richiesta di censura, comunque, da parte dei vescovi, ma solo la raccomandazione che, in caso di messa in onda, si prendessero le distanze da tali falsità.

A Santoro, è arrivato comunque il sì del direttore generale Claudio Cappon, che si è assunto la responsabilità di acquistare il video, garantendo ovviamente che tutte le parti coinvolte venissero autorevolmente rappresentate.

Il video insiste sulla "copertura" data dalle gerarchie a sacerdoti colpevoli di crimini sessuali, sulla presunta omertà, e in particolare su questo documento 'Crimen sollicitationis' di cui Ratzinger viene definito "garante" per 20 anni quand'era alla Congregazione per la dottrina della fede, che disponeva di avocare a Roma ogni procedimento per i casi di pedofilia.

Noi del comitato Appio Claudio non intendiamo aggiungere nulla più di quello che è stato detto finora su questa gravissima vicenda, proponendo però a chi crede nella libertà di pensiero e di espressione, link interessanti sui quali riflettere:









SIAMO SULLA BUONA STRADA

Provate ad immaginare un albero così davanti al vostro portone di casa (magari un pochino più piccolo), sarebbe bello no? Comunque la speranza è l'ultima a morire, intanto siamo sulla buona strada. Ricordate il post "Alberi malati" del mese di Aprile 2007? Bene! Un primo risultato lo abbiamo già ottenuto grazie anche alla cordiale disponibilità dell'Assessore all'Ambiente On.le Dario Esposito e quella di tutto il Servizio Giardini di Roma, che proprio pochi giorni fa ci ha comunicato (clicca sul documento a sinistra) che entro la primavera 2008, in Via Valerio Publicola (strada tra le più falcidiate) verranno sostituiti tutti gli aceri decapitati dal Servizio Giardini con la DD2 del 26 marzo 2007 perchè malati.

In seguito faremo del nostro meglio, in collaborazione con il Servizio Giardini distaccato in X Municipio, affinché si riesca ad ottenere un rimpiazzo delle essenze arboree in tutto il quartiere, senza dover attendere tempi biblici. Seguiteci per ulteriori sviluppi.

ALLA FACCIA DELL'EXPRESS!

Domenica 27 Maggio 2007 Marco e la sua consorte, tornano da un viaggio e atterrano all'aeroporto di Roma Leonardo Da Vinci.

Non avendo nessuno a prelevarli, decidono di affidarsi alle Ferrovie dello Stato per fare ritorno a casa.


Prendono informazioni alla biglietteria, che gli prospetta due possibilità:


-treno Leonardo express in prima classe fino a termini stazione (poi metro A fino a casa), diretto senza fermate, durata percorso trentuno minuti, costo euro 11,00 a persona .


-treno FM1 in seconda classe con soste (stazione Tuscolana per loro, poi metro A da Ponte Lungo) durata percorso trentotto minuti costo euro 5,50 a persona.


Decidono per quello express pur costando il doppio, perchè non fa fermate ed è più rapido, oltretutto essendo circa le ore 15.15, per l'FM1 avrebbero dovuto attendere una trentina di minuti in più rispetto all'altro. Il treno parte alle ore 15.35 ora di arrivo stimata 16.06.


Già dopo pochi chilometri, notano un forte rallentamento, poi a questo si aggiungono anche diverse soste (senza apertura porte), insomma per tutto il tragitto il tanto pubblicizzato Leonardo express mantiene proprio tutti i connotati di un normalissimo treno.


In conclusione, Marco e sua moglie per arrivare alla stazione Termini hanno impiegato quarantesei minuti anziché trentuno. Quindici minuti di ritardo potrebbero non sembrarci molti (soprattutto a noi Italiani), ma se pensiamo che l'intero tragitto sarebbe dovuto durare trentuno minuti, vuol dire che il treno di tempo ne ha impiegato ben il 50% in più, come se un treno che dovesse arrivare a Firenze in tre ore, ne impiegasse quattro e mezzo.
Prima di far scendere i passeggeri, una voce si scusava del ritardo tramite filodiffusione.


Successivamente Marco s'informa per un rimborso del biglietto, ma gli dicono sia previsto solo per treni a lunga percorrenza.


Care Ferrovie dello Stato: quando si denomina un treno express, che in inglese vuol dire "corriere speciale" e in italiano "treno rapido", lo si pubblicizza come veloce, diretto e senza fermate, e lo si fa pagare il doppio, le fermate non andrebbero fatte e il treno dovrebbe essere veloce. Qualora accadano poi imprevisti così clamorosi, non vi sembra misero proporre solo delle scuse oltretutto per filodiffusione? Perchè al di là dei rimborsi, che è scandaloso non abbiate previsto, non pensate alle magre figure che quotidianamente collezionate sui vostri treni, che non riescono quasi mai a rispettare l'orario previsto?
Perchè per trovare puntualità sui mezzi di trasporto si deve necessariamente sortire dai confini Italiani? Questa è una riflessione che lasciamo ai nostri governanti e dirigenti delle FS.


Grazie Marco, un saluto a te e la tua consorte da tutto il comitato Appio Claudio.




CHI HA UCCISO PIETRA CALANNA?

Il giorno 16 Maggio 2007 a Giuliano comune alle porte di Napoli, la Signora Pietra Calanna di 52 anni, è stata brutalmente uccisa da un rom bosniaco mentre si opponeva al furto d'auto della figlia.
Il malvivente l'ha prima investita in retromarcia e poi trascinata per oltre venti metri.
Il rom vive clandestinamente in Italia da ben 13 anni, ha 33 anni e sette figli all'attivo, è stato arrestato sei volte per furto, ricettazione, tentato furto e mancato rispetto per il decreto di espulsione.
Tra i vari commenti asfissiatamente retorici, rilasciati dai nostri rappresentanti politici, citeremo quello del vice ministro dell'Interno Marco Minniti, pubblicato su Epolis Roma del 19 Maggio 2007.
"Sono vicende che colpiscono, profondamente dolorose, sarebbe giusto prevenire questo tipo di reati. Nulla potrà restituire alla famiglia la signora, e tuttavia penso sia un segno che la risposta dello stato sia avvenuta in tempi rapidissimi. E' un segnale molto importante".

Caro Onorevole vice ministro Minniti, che siano vicende che colpiscono, non c'è ombra di dubbio, purtroppo sempre noi comuni cittadini. Dice che Sarebbe giusto prevenire questo tipo di reati, per prevenire questo, di reato, sarebbe semplicemente bastato accompagnare (dalle forze dell'ordine) il tizio in frontiera alla prima violazione, come farebbe ogni paese serio con una giustizia meritoria.
Poi afferma essere un segno che la risposta dello stato sia avvenuta in tempi rapidissimi.
Mi scusi, ma secondo lei arrestare una persona dopo 13 anni di clandestinità, durante i quali gli si è concesso tutto e di più, è da considerarsi una risposta rapida? il segnale importante di cui lei parla, non è quello di prendere l'omicida a cose fatte, ma di prevenire la delinquenza con leggi serie e dure, facendole rispettare a tutti, indistintamente e senza sconti (attenuanti) per nessuno, politici compresi.
Questo darebbe alle forze dell'ordine lo stimolo giusto per debellare anche i reati meno gravi, e non solo gli omicidi violenti sbattuti in prima pagina, facendo così opera di prevenzione che toglierebbe a tutti ogni velleità criminale.
Onorevole Minniti, quello di cui questo paese ha urgentemente bisogno è serietà e rigore, non di commenti day after pateticamente retorici, che riescono ad apportare solamente altro risentimento (vedi il notiziario dei comuni flegrei) verso questi disgraziati ai quali voi politici avete promesso un america che non c'è.

UNA BELLA FIGURA....!

Nella trasmissione televisiva ballarò del 15 Maggio 2007, abbiamo assistito ad una colossale gaff del presidente nazionale dei giovani imprenditori di Confcommercio "Michela Vittoria Brambilla".
Ella imputava con insistenza al Governatore della Sardegna Renato Soru, un calo di occupazione e sviluppo nella Regione da lui amministrata.
Il Governatore Soru, meravigliato e infastidito da quella affermazione, replicava che fosse esattamente il contrario, citando dati Istat.
Ma la Brambilla, sembrava avercela proprio con lui, e voleva far passare a tutti i costi il messaggio che la gestione in Sardegna fosse fallimentare.
Ad un certo momento, accade qualcosa a cui non siamo abituati, ma che dovrebbe essere consuetudine, e cioè il riscontro delle affermazioni in diretta televisiva.
Il conduttore Giovanni Floris, mette davanti al naso dell'appariscente Brambilla i dati Istat, che rispecchiavano esattamente le affermazioni del Governatore Soru e non le sue.
In quell'istante, la Brambilla accortasi di aver inciampato irrimediabilmente, anziché fare ammenda, si scaglia di nuovo sul paziente Governatore, farfugliando qualcosa inerente a dei cani randagi che popolerebbero la Sardegna. Poi l'intervento tempestivo del conduttore per evitarle la gogna.
Cara Signora Brambilla, ha capito ora perché i giovani che anche lei rappresenta non hanno più fiducia nella politica?

NEVROSI DA SEMAFORO

Alcuni cittadini locali, lamentavano un rallentamento eccessivo su Via Quintilio Varo, per colpa di un semaforo.
Noi del Comitato Appio Claudio abbiamo provveduto a segnalarlo a chi di dovere.
Per saperne di più (cliccate sui documenti).














VOGLIA DI SICUREZZA


A PASSEGGIO CON ANDREA CARRARO

Andrea Carraro, per chi non lo conoscesse, è l'autore de " il branco" edito presso Theoria, dal quale trassero il film nel 1994.
Sua e di Marco Risi la sceneggiatura. L’episodio al centro della storia si ispira ad un dramma accaduto circa dieci anni prima in una cittadina del Lazio di nome Marcellina.
Lo scrittore insieme a Salvatore Settimi (presidente del nostro comitato) visita il quartiere Appio Claudio, pubblicandone poi le impressioni sul giornale La Repubblica.







RIMPIAZZO ALBERI MALATI

Queste che vedete sono foto di alcuni dei tanti alberi abbattuti nel nostro quartiere. Si tratta di Aceri Americani (Acer Negundo) irrimediabilmente malati.

Pensate che in due sole vie (Marco Valerio Corvo, Valerio Publicola), di alberi abbattuti se ne contano almeno una ventina (stima in difetto di calcolo). Ne hanno raso al suolo qualcuno anche In Via Tuscolana davanti Blockbuster e all'incrocio con Via Scribonio Curione.
A questo, se aggiungiamo quelli tagliati alla base e coperti con l'asfalto (operazione di cautela, ma bruttina a vedersi), la questione comincia a farsi preoccupante.
Il Servizio Giardini di Roma che ne ha decretato l'abbattimento, dichiara essere stata una necessità, perché gli alberi malati vuoti nella parte midollare, divenivano troppo fragili e quindi a rischio caduta. Motivazione del tutto legittima.
Il problema però, non riguarda solamente gli alberi tagliati ma moltissimi altri che ben presto seguiranno la stessa sorte.Uno scenario francamente desolante, soprattutto se immaginiamo tempi lunghi tra l’abbattimento e la messa a dimora di nuove piante, dal momento che il Servizio Giardini in X Municipio sui tempi di rimpiazzo non c'è stato di conforto.
Tutti sanno che gli alberi ci aiutano a vivere meglio, e per questo dobbiamo tutelarli.
Abbattono del 20% ca. i rumori del traffico, assorbono l'anidride carbonica che noi produciamo rilasciandoci ossigeno, con le loro radici stabilizzano il terreno, riparano dal caldo torrido in estate, offrono spazi per far rilassare noi e far giocare i nostri figli. Non possiamo e non dobbiamo accettare che vengano abbattuti senza prima avere in progetto un rimpiazzo totale, se non contestuale, perlomeno in tempi rapidi.
Abbiamo preso contatto con il gentile e disponibile Assessore all'Ambiente Dario Esposito, informandolo della questione.
Seguite il nostro blog per essere aggiornati in tempo reale sugli sviluppi.





OBIETTIVO RAGGIUNTO IN PIAZZA ARULENO CELIO SABINO


LA PIAZZA Novembre-Dicembre 2003